La stagione autunnale è arrivata e porta con sé un dubbio amletico: “È Covid o influenza?”. Archiviata un’estate di vacanze “brevi e vicine”, in cui l’Italia si è riscoperta meta del turismo all’aria aperta, si è tornati faticosamente e a singhiozzo in ufficio e sui banchi di scuola in una condizione sospesa, non più di assoluta emergenza, ma con un virus sempre più in agguato là fuori.
Febbre, tosse, mal di gola e raffreddore, sintomi simili per due virus diversi tra cui l’odontoiatra dovrà destreggiarsi per non incappare in un passo falso e “bruciare” tutto quanto di buono raggiunto con i nuovi protocolli di prevenzione formulati per gestire questa strana normalità nello studio.
Un aiuto ai professionisti arriva dai test antigenici rapidi che, già introdotti per lo screening dei passeggeri negli aeroporti, permettono di scoprire possibili contagi nel giro di circa 15 minuti senza la necessità di un passaggio in laboratorio, indispensabile con i test salivari per non comprometterne la sensibilità.
La circolare del Ministero della Salute n. 31.400 del 29 settembre 2020 ha esteso la possibilità di utilizzo di questi test nelle classi scolastiche, dove è presumibile che la frequenza di episodi febbrili durante il periodo invernale sia molto elevata, per indirizzare poi i casi sospetti al test molecolare con tampone naso-faringeo, che rimane il gold standard con cui confermare il sospetto diagnostico.
La praticità dei test antigenici permetterebbe, perché no, di alzare l’asticella anche in ambito di prevenzione all’interno dello studio odontoiatrico, andando a garantire la sicurezza del nostro lavoro senza necessariamente dover attendere i tempi dei test di laboratorio né aumentare eccessivamente costi.
Si rinnova dunque una sfida ancora più insidiosa, dove la prevenzione giocherà un ruolo importantissimo e il dentista, che per lavoro entra in contatto con un gran numero di persone e ne conosce le condizioni di salute, potrebbe essere chiamato a dare il suo contributo per vincere la lotta al coronavirus.