L’attesa per la firma del Protocollo d’intesa fra Governo, Regioni e province autonome e i rappresentanti istituzionali e di categoria degli odontoiatri circa la possibilità, per questi ultimi, di diventare a pieno titolo vaccinatori, non è stata brevissima. Basti pensare che già al 16 febbraio scorso il presidente di ANDI Carlo Ghirlanda sollecitava una rapida risposta dei decisori alla richiesta di poter somministrare il vaccino anti-Covid negli studi. E a stretto giro sullo stesso tema si era soffermata la presidente di ANDI Roma Sabrina Santaniello. Ma per il presidente della Commissione Albo Odontoiatri (CAO) della FNOMCEO Raffaele Iandolo il percorso verso l’intesa «è stato più che lineare» e conforme «alle indicazioni del ministro per la Salute Roberto Speranza». Per questo il numero uno della CAO ha ringraziato «Massimo Paolucci, capo della segreteria del ministro, per averci incontrato e aver redatto, con la direzione generale delle Professioni sanitarie, il Protocollo, una cornice nazionale rispetto a delle regole da definirsi a livello regionale».
Quali sono a oggi, presidente, i numeri e le previsioni sull’adesione volontaria dei colleghi?
Le aspettative in merito sono senza dubbio elevate, ma allo stato attuale, non disponiamo ancora di numeri precisi. Questi sono destinati a dipendere soprattutto dalle modalità di servizio che saranno via via individuate a livello regionale nonché dalle garanzie che verranno assicurate ai vaccinatori.
Da un punto di vista organizzativo e gestionale quali problematiche e criticità vanno affrontate?
Le problematiche non differiscono da quelle che si stanno presentando per le vaccinazioni già in corso: principalmente, si dovranno evitare gli assembramenti e gestire le eventuali, per quanto rare, reazioni avverse. Le grandi strutture pubbliche, gli hub vaccinali, hanno un’impostazione già pronta che invece le strutture private - tra le quali gli studi - non posseggono e dovranno mettere in campo.
Quale pensa che sia l’atteggiamento del cittadino dinanzi alla figura del dentista-vaccinatore?
Non ho alcun dubbio che la reazione da parte dei pazienti possa essere ottima. E questo perché nei confronti degli odontoiatri nutrono grandissima fiducia. La categoria è riconosciuta perché composta da professionisti presenti in maniera capillare su tutto il territorio della nostra Penisola.
Come ci si prepara all’eventualità di cause civili e penali in caso di reazioni avverse, appunto?
Questo è in effetti un problema serio. Sui grandi numeri è prevedibile aspettarsi eventi avversi, anche se non correlati alla vaccinazione. Per questo auspichiamo un esteso scudo penale per i vaccinatori e un’adeguata copertura assicurativa - a carico del pubblico - per coloro che vaccineranno nei centri, e ricompresa, senza costi aggiuntivi, nelle polizze di responsabilità civile per gli studi privati. Abbiamo anche stipulato, come FNOMCEO, alcune convenzioni con le compagnie di assicurazione per un’estensione delle polizze RC dei professionisti, mirata alla vaccinazione, e a costi vantaggiosi.