Il Covid-19 ha messo in crisi per lungo tempo gli studi odontoiatrici, considerati ad alto rischio. Eppure una ricerca retrospettiva condotta presso l'Harvard School of Dental Medicine tra agosto 2020 e febbraio 2022 sembra provare il contrario.
Lo studio, pubblicato su JAMA Network Open, dimostra infatti che le attività cliniche condotte nel rispetto delle norme di sicurezza non aumentano il rischio di trasmissione del virus SARS-CoV-2. Al contrario, nel contesto analizzato, le attività alla poltrona sembrano essere più sicure di altre svolte in presenza.
Come si è svolto lo studio
La ricerca ha analizzato complessivamente i test di sorveglianza Covid-19 di 390 soggetti (210 donne, 180 uomini) afferenti alla Harvard School of Dental Medicine. Tra le persone coinvolte, alcune erano impiegate in attività cliniche, altre in mansioni extra-cliniche. I test somministrati a cadenza settimanale erano 1 o 3 a seconda del grado di rischio associato al ruolo o alla posizione del soggetto analizzato.
I risultati della ricerca sul rischio Covid-19 in ambiente odontoiatrico
Complessivamente, i ricercatori hanno rilevato un tasso di positività dello 0,27%, pari a 61 casi positivi al test. Tra i soggetti coinvolti nelle attività cliniche, il tasso medio di positività è risultato dello 0,25%, rispetto allo 0,36% registrato tra le persone non coinvolte sul campo della clinica. La positività al test di sorveglianza è risultata associata alla frequenza con cui si eseguiva il test. Tuttavia, non ad altre caratteristiche individuali, tra cui età, sesso e ruolo del soggetto associato al campione analizzato, che sono risultati dunque ininfluenti.
L'ambiente clinico, più sicuro degli altri
Lo studio odontoiatrico è stato inserito sin da subito dall'OMS (Organizzazione mondiale della sanità) tra gli ambienti più a rischio di trasmissione del virus SARS-CoV-2, responsabile del Covid-19. Innanzitutto, perché gli operatori lavorano in prossimità di bocca, naso e gola, le vie d'accesso e di trasmissione del virus. Poi, perché la produzione di aerosol associata ad alcuni trattamenti odontoiatrici è stata considerata una situazione aggravante.
In realtà, i dati della ricerca dimostrano che i dispositivi di protezione individuale (Dpi) adottati correttamente dagli odontoiatri e dagli assistenti (mascherine, visiere in plexiglass e sistemi di mitigazione dell'aerosol) sono efficaci nel proteggere gli operatori dal rischio di contagio. E che i test di sorveglianza sono ottimi strumenti per monitorare la presenza del virus e ostacolarne la diffusione.