Cinque minuti con Marco Rosa

Luigi Paglia
Luigi Paglia, direttore scientifico de Il Dentista Moderno

Che il corretto sviluppo della dentizione decidua e mista sia fondamentale per la salute orale dei soggetti in età pediatrica è oramai un principio ampiamente riconosciuto dalla popolazione generale.
Spesso, infatti, uno dei primi interrogativi che i genitori pongono al dentista riguarda la necessità di un apparecchio ortodontico per il loro bambino.
Sebbene sia quindi accertato che la prevenzione delle malocclusioni dovrebbe iniziare fin dalla prima infanzia, i metodi per raggiungere questo obiettivo non sempre sono altrettanto chiari tra colleghi.
Negli anni numerosi specialisti italiani hanno contribuito in modo significativo allo sviluppo degli aspetti “dottrinali” dell’ortodonzia, studiando in particolar modo i vantaggi dei trattamenti nei giovani pazienti. Tra questi, Marco Rosa è sicuramente una figura di spicco riconosciuta e stimata a livello internazionale. In questo editoriale, attraverso sette domande e una lettura di 5 minuti, offriremo insieme a lui uno sguardo chiaro sulle attuali tendenze e approcci nel mondo dell’ortodonzia preventiva.

Buona lettura!

Why and how: quanto è importante correggere il morso incrociato in dentatura mista senza toccare i denti permanenti e senza cooperazione?
Marco Rosa

È fondamentale, soprattutto nei casi di morso inverso unilaterale. Ancorare l’espansore ai denti decidui (secondi molari e canini) consente di espandere l’osso basale e correggere il morso inverso, mentre è possibile, contemporaneamente, muovere i molari permanenti in direzioni diverse e in modo indipendente. Questo consente da un lato di correggere i compensi dentali in modo molto più dettagliato, dall’altro di massimizzare gli effetti positivi dell’espansione trasversale.

Estrazioni seriate vs espansione: sono alternative terapeutiche oppure possono coesistere nello stesso piano di trattamento?

Possono e talvolta devono coesistere. L’espansore del palato corregge la discrepanza trasversale e, se ancorato anche ai canini da latte, produce un significativo incremento del perimetro di arcata e correzione dell’affollamento anteriore. Le estrazioni seriate sono invece indicate, nei pazienti normo-iperdivergenti, per prevenire l’affollamento dei canini e per favorire la crescita dei mascellari in anterotazione. È quindi frequente che un trattamento intercettivo inizi con l’espansione del palato e prosegua con le estrazioni seriate.

Ancoraggio scheletrico in dentatura mista, quali sono i vantaggi e le indicazioni di questo device e perché dobbiamo imparare ad utilizzarlo nella pratica quotidiana?

Le indicazioni all’utilizzo di ancoraggi scheletrici in dentatura mista (idealmente due bande sui secondi molari decidui e due TADs anteriori) sono:

  • assenza dei canini da latte e necessità di espansione anteriore;
  • intercettamento dei canini inclusi, ovvero la necessità di espansione nell’area anteriore del mascellare superiore e contemporanea estrazione dei canini e primi molari da latte;
  • necessità di massima espansione scheletrica a livello dell’osso basale.
Agenesie dentali: qual è il tuo approccio al paziente pediatrico quando mancano uno o entrambi i laterali superiori?

Nel contesto di una diagnosi accurata, che consideri tutti gli aspetti della malocclusione, preferisco sempre chiudere gli spazi e nei casi di agenesia unilaterale, quasi sempre, decido di estrarre l’incisivo laterale controlaterale allo scopo di ottenere un risultato finale di massima simmetria. Le estrazioni seriate consentono, durante la permuta dentale, di ridurre in modo rilevante la complessità del trattamento in dentatura permanente.

Allineatori trasparenti, anche mio figlio può usarli? Questa domanda ci viene rivolta spesso dai genitori che si ricordano dei loro apparecchi scomodi e poco estetici: in che situazione ritieni siano una soluzione efficace?

Gli allineatori sono dispositivi molto più efficaci di quanto sembri. Se la collaborazione è precisa e se il clinico sa progettarli e “farli funzionare”, sono efficaci nella maggior parte delle malocclusioni e permettono di ottenere risultati soddisfacenti. L’apparente semplicità di questi dispositivi, allettante per i dentisti generici e per i principianti, non deve rappresentare un bias per gli ortodontisti esperti, che devono invece imparare ad utilizzarli in modo ottimale.

C’è un caso ortodontico “del cuore”, che ricordi particolarmente e di cui vorresti condividere la tua esperienza con i nostri lettori?

Ce ne sono molti che “hanno lasciato il segno”. Soprattutto le malocclusioni di classe 3 con agenesia dei laterali, trattate più di vent’anni fa, mediante chiusura degli spazi e restauri multipli dei sei denti anteriori superiori. Il trattamento di questi pazienti mi ha indotto a mettere in discussione alcuni concetti che mi erano stati venduti come indiscutibili e che in realtà sono sbagliati e fuorvianti. Ho capito che, quando decidiamo di chiudere gli spazi:

  • l’obiettivo non è di trasformare i canini in incisivi laterali, ma spesso sono gli incisivi centrali ad essere di dimensioni ridotte;
  • l’espansione dell’arcata superiore e la vetibolarizzazione degli incisivi superiori è irrilevante nel migliorare il profilo e peggiora la loro esposizione e lo smile arc;
  • nelle malocclusioni di classe 3, normo-ipodivergenti con agenesia dei laterali, il modo migliore per migliorare la convessità del profilo non è l’espansione dell’arcata superiore, ma la postrotazione del piano occlusale e del piano mandibolare.
Visto l’impegno costante che metti nella formazione dei colleghi più giovani, qual è il consiglio che avresti voluto ricevere quando hai iniziato la tua carriera?

Il consiglio che voglio dare a tutti i giovani ortodontisti è di non farsi infinocchiare dai “venditori di apparecchi” e dalle mode del momento, ma di studiare i fondamenti della biomeccanica, dell’occlusione, della parodontologia e della crescita cranio-facciale. Tutti gli apparecchi funzionano; ciò che fa la differenza è saper scegliere quello giusto in funzione del percorso terapeutico che bisogna imparare a definire chiaramente in ogni aspetto. L’ortognatodonzia è una disciplina bellissima, ma complessa; le procedure semplici sono spesso le migliori.

 

Cinque minuti con Marco Rosa - Ultima modifica: 2024-07-01T16:44:43+00:00 da Luigi Paglia
Cinque minuti con Marco Rosa - Ultima modifica: 2024-07-01T16:44:43+00:00 da Luigi Paglia