La chirurgia guidata rappresenta una svolta nell’implantologia moderna, offrendo maggiore precisione e sicurezza nell’inserimento degli impianti, soprattutto in casi complessi. Nel case report qui presentato viene posta l’attenzione su una situazione di frequente riscontro negli studi odontoiatrici, che può presentare insidie terapeutiche: il paziente parodontale che desidera una riabilitazione implantare senza sottoporsi a terapie rigenerative.
La chirurgia guidata consente l’inserimento di impianti in volumi utili (previa rimozione dei focolai infettivi) per la successiva riabilitazione implantoprotesica.
L’utilizzo della tecnologia CAD-CAM per lo sviluppo di una protesi su barra consente la realizzazione di un manufatto protesico biologicamente mantenibile nel tempo (e più facilmente detergibile se paragonato a un Toronto bridge) ed esteticamente valido.
Case report
Paziente femmina, 64 anni, fumatrice, assenza di altre patologie. La paziente lamenta difficoltà ad alimentarsi a causa del dolore alla masticazione e presenza costante di alitosi.
Gli esami clinici e strumentali evidenziano una malattia parodontale con mobilità moderata e grave di tutti gli elementi dell’arcata superiore.

Si concorda una prima fase di terapia parodontale non chirurgica per abbattere la carica batterica del cavo orale, seguita dalla bonifica degli elementi dell’arcata superiore e contestuale consegna di una protesi totale pre-estrattiva.

La stessa protesi, ritenuta esteticamente e funzionalmente apprezzabile è stata utilizzata come riferimento per sviluppare la dima radiologica indossata dalla paziente quando è stata eseguita la TAC cone-beam.

La dima radiologica è stata poi scansionata così come l’arcata superiore della paziente.
I file STL generati dalle scansioni sono stati poi inseriti, assieme ai file DICOM della Tac cone-beam, all’interno di un software di progettazione (Guided System software - B&B Dental) per pianificare l’inserimento di cinque impianti (3P diam. 3,5 + EV diam. 4 - B&B Dental) e progettare il disegno della dima chirurgica per la chirurgia guidata.


Contestualmente all’inserimento degli impianti sono stati montati dei monconi FLAT (B&B Dental) in grado di trasferire la connessione dell’impianto a livello iuxta gengivale e compensare l’angolazione degli assi implantari senza togliere spazio al restauro protesico.
Al di sopra dei monconi Flat sono state avvitate le viti di guarigione dedicate.

È stata presa un’impronta analogica dopo 12 settimane dalla chirurgia in polietere, sfruttando la dima chirurgica, debitamente scaricata, come portaimpronta.

La prova della posizione degli impianti e il montaggio per la valutazione fonetica e funzionale è stata eseguita per mezzo di una stampa diretta 3D.

È stata successivamente provata la barra progettata al cad con la controbarra laser melted. Nella parte interna della controbarra sono presenti degli alloggiamenti per fissare delle strisce ritentive ed assicurare alla barra la protesi.
Questa soluzione offre, rispetto a quelle con attacchi sulla superficie occlusale della barra, oltre ad un contenimento dei costi, anche un maggior risparmio di volumi ed è dunque consigliabile in quei casi in cui non si abbia un grande spazio interarcata.

Il materiale da rivestimento è PMMA fresato per quanto riguarda gli elementi dentali; la parte rosa è costituita da resina rosa tradizionale da protesi rimovibile.


Conclusioni
Il caso clinico presentato dimostra come la chirurgia guidata rappresenti una soluzione efficace e predicibile nella riabilitazione implantoprotesica di pazienti anche con pregressa malattia parodontale. Grazie a una pianificazione implantare accurata e all’eliminazione dei focolai infettivi, è stato possibile inserire gli impianti in volumi ossei adeguati, garantendo stabilità a lungo termine.
L’adozione di una protesi su barra, progettata con tecnologia CAD-CAM, ha permesso di ottenere un manufatto protesico funzionalmente stabile, esteticamente armonioso e facilmente mantenibile dal punto di vista igienico. Questo aspetto è particolarmente rilevante nei pazienti con una storia di malattia parodontale, per i quali la gestione dell’igiene orale è fondamentale per la durata del trattamento.
Nei successivi follow-up, la paziente ha mostrato un’ottima adattabilità alla riabilitazione, con risultati soddisfacenti sia dal punto di vista funzionale che estetico. Questo caso conferma come l’approccio digitale e la chirurgia guidata possano migliorare la precisione e l’efficacia della riabilitazione implantoprotesica, offrendo soluzioni affidabili anche nei casi più complessi.