Casi clinici
Sella edentula parziale
Una paziente di 66 anni presentava una sella edentula nel mascellare superiore sinistro con permanenza della radice del primo premolare. La radice è stata estratta per consentire il posizionamento immediato dell’impianto (figura 3). Sono stati inseriti due impianti, quello più distale in osso guarito e quello mesiale nel sito post-estrattivo. Il difetto osseo residuo presente tra l’impianto e il bordo dell’alveolo è stato colmato con osso particolato raccolto nelle zone limitrofe con uno scraper (Micross, Meta, Reggio Emilia) (figura 4).
In figura 5 si può osservare lo smartpeg della frequenza di risonanza avvitato all’impianto. Il valore di ISQ dell’impianto posizionato in sede post-estrattiva era di 57, mentre quello più distale era di 64. Dopo la sutura dei lembi sono stati avvitati i transfer e, quindi, prese le impronte in modo tradizionale (figura 6). Dopo due giorni è stato possibile posizionare un provvisorio con carico occlusale ridotto (figura 7).
A quattro mesi dall’intervento i tessuti apparivano in buone condizioni (figura 8) con valori di frequenza di risonanza di 59 ISQ per l’impianto posizionato in sede post-estrattiva e di 75 ISQ per quello più distale. È stata quindi applicata una protesi definitiva in oro ceramica (figura 9).
Dente singolo
Una paziente di 73 anni si presentava all’osservazione con una frattura radicolare dell’incisivo laterale superiore sinistro (figura 10). Il dente è stato estratto e l’alveolo accuratamente ripulito da ogni residuo di tessuto infiammatorio (figura 11). L’impianto è stato posizionato immediatamente nell’alveolo; a causa, però, del preesistente processo infiammatorio, si presentava vestibolarmente un’ampia deiscenza, con esposizione delle spire dell’impianto. Nonostante il difetto osseo, l’impianto evidenziava comunque una sufficiente stabilità primaria (ISQ 63).
Per evidenziare la deiscenza si è preferito utilizzare un lembo apicale (apical flap) lasciando inserita la gengiva marginale, provvista di gengiva aderente. Questo approccio serve a mantenere in posizione il margine gengivale minimizzando i rischi di recessione ossea e gengivale (figura 12). Infatti, il mancato sollevamento di un lembo vestibolare garantisce la permanenza del periostio, mantenendo l’importante supporto vascolare alla sottile parete ossea buccale19.
La deiscenza ossea è stata trattata in modo convenzionale mediante terapia rigenerativa (GBR). Le spire dell’impianto sono state coperte con osso autologo prelevato con un mini scraper (figura 13). Sopra l’innesto è stata quindi adattata una membrana riassorbibile in collagene (figura 14). È stato realizzato un provvisorio immediato volutamente fuori occlusione per evitare possibili microtraumi nella fase di guarigione (figura 15). Il provvisorio è avvitato per facilitare le manovre di misurazione periodica di stabilità implantare (RFA).
Il rientro chirurgico (a solo scopo documentativo), eseguito a sei mesi, evidenzia la copertura completa della parte di impianto precedentemente esposta (figura 16). Questo risultato conferma quanto dimostrato dall’autore di questo articolo in precedenti pubblicazioni15,20, cioè che la rigenerazione ossea può avvenire anche in presenza di carico immediato. La stabilità ottimale dell’impianto (ISQ 78) consente di procedere con la realizzazione della corona definitiva (figura 17).
In tabella 1 sono riassunti i valori di stabilità espressi in ISQ per i due casi clinici.