Gerhard Seeberger, presidente della Federazione Internazionale del Dentale, e Pierluigi Delogu, Delegato AIO nel Council of European Dentistry, hanno presentato il 4 ottobre scorso due relazioni sulle implicazioni sociali e professionali della manifattura additiva presso il seminario sulla Healthcare a In(3D)ustry event. Nel corso della giornata dal titolo “From Needs to Solutions”, organizzata alla Fiera di Barcelona nella Settimana dell’Industria, sono state presentate storie di successo rese possibili dall’applicazione della manifattura additiva in quattro settori industriali: Automotive, Aeronautica, Retail e Healthcare.
Nella sua relazione, Seeberger ha presentato alcuni dati sulle patologie più comuni al mondo, tra le quali al primo posto troviamo la carie, al sesto la malattia parodontale, la carie infantile al decimo e l’edentulismo al ventottesimo. Seeberger ha spiegato che «la prevenzione delle malattie orali e la promozione della salute dovrebbero essere riconosciute come la strada più agevole per assicurare una salute, sia orale sia generale, ottimale, accessibile e sostenibile con il minimo impatto ambientale». E, per quanto riguarda la stampa 3D, ha sottolineato che «i produttori nel dentale andrebbero incoraggiati a sviluppare tecnologie più sostenibili e a usare ove possibile materiali biodegradabili e/o riciclabili».
Delogu ha invece illustrato il ruolo giocato da AIO in diverse iniziative volte a far luce sull’impatto futuro delle nuove tecnologie nella professione. Per Delogu «la stampa 3D è una nuova frontiera per l’odontoiatria ed è fondamentale per evitare gli errori di un passato in cui le tecnologie talora non si testavano accuratamente». Inoltre, «lo sviluppo di interdisciplinarietà con campi quali nanotecnologie, materiali avanzati e proprietà dei materiali presto richiederà nuovi standard di riferimento per la misurazione in campo chimico e fisico» sicché «accanto all’adozione di procedure standardizzate e certificazioni CE andrebbero prese in considerazione soluzioni per ridurre la burocrazia».