I difetti papillari interdentali rappresentano un problema estetico che l'odontoiatra si trova spesso a dover risolvere, soprattutto nella regione anteriore. Nei casi più gravi, può ricorrere alla chirurgia che però, oltre ad essere per definizione invasiva, non offre garanzie di successo. Tra i trattamenti non chirurgici alternativi oggi disponibili, c'è quello che impiega gel di acido ialuronico iniettabile (HA). Una revisione sistematica condotta da un gruppo di ricercatori dell'Università Federale di Juiz de Fora, Brasile, ne ha valutato l'efficacia. I risultati della ricerca sono stati pubblicati recentemente su Dentistry Review.
L'HA, ideale per correggere i difetti papillari interdentali
L'acido ialuronico è una sostanza prodotta dal nostro organismo. Pìù precisamente, l'HA è un polisaccaride lineare della matrice extracelluare. Può essere identificato nei tessuti parodontali, compresa la gengiva e il legamento parodontale. Questa sostanza iniettata produce un effetto clinico che può durare da 6 a 12 mesi, come mostrano gli studi analizzati dagli autori della revisione sistematica.
Le pubblicazioni prese in esame
I ricercatori hanno selezionato gli studi clinici sui difetti papillari interdentali adottando particolari criteri di ammissibilità. Tra le pubblicazioni trovate nei principali database, gli studiosi hanno preso in esame infatti solo quelle riguardanti il trattamento di almeno dieci siti e con un follow-up di tre mesi. Inoltre, quelle con o senza gruppi di controllo, escludendo però gli studi retrospettivi e su animali o le ricerche su metodi chirurgici abbinati all'HA.
I risultati della ricerca
L'iniezione di acido ialuronico nei siti che presentano difetti papillari interdentali è tendenzialmente efficace. La meta-analisi a braccio singolo ha indicato una ricostruzione completa e parziale della papilla rispettivamente del 47% e del 49%. Tuttavia, i ricercatori hanno pure messo in risalto i limiti di questa revisione sistematica. Non è stato infatti possibile evidenziare parametri standardizzati relativi al metodi di iniezione dell'HA adottati. Né mettere a confronto i risultati o i follow-up degli studi, perché troppo eterogenei tra loro. Secondo gli autori dello studio, servirebbero ulteriori approfondimenti, sebbene la tecnica descritta mostri benefici e pochi disagi, incluso il dolore, limitato e tollerabile.