Per la tutela della salute dei cittadini non si possono limitare la competenza e il ruolo del medico.
“Oggi, con il comma 566 si è voluto dare una copertura legislativa alle sperimentazioni regionali avviate in questi anni”, dichiara Riccardo Cassi, portavoce di APM. “Per rispondere a spinte corporative non si è voluto attendere la delega, prevista dall’articolo 22 del Patto della Salute, che deve ridefinire in modo organico la gestione delle professioni nel SSN. La norma che viene fuori dal comma 566, non è chiara – continua Cassi – si fa riferimento alla competenza del medico “in materia di atti complessi e specialistici di prevenzione, diagnosi, cura e terapia, trascurando il fatto che la prevenzione, la diagnosi, la cura e la terapia sono per loro natura attività non riconducibili ad un unico singolo atto”.
Apm nasce con l’intento di avanzare “proposte concrete e utili al fine di prevenire le possibili ricadute negative, sulla qualità delle cure percepita dagli assistiti, sulla qualità di vita del medico e sui costi aggiunti che indirettamente si vengono a determinare a carico del Servizio Sanitario”, pertanto chiede che si arrivi rapidamente alla definizione delle competenze delle singole professioni sanitarie, riaffermando concretamente il ruolo centrale del medico quale garante della salute dei cittadini.