Lo standard operativo nel trattamento chirurgico della perimplantite è attualmente rappresentato dalla revisione open flap del sito implantare.
I protocolli disponibili sono numerosi e variano per le terapie da combinare all’accesso chirurgico: decontaminazione e levigatura delle superfici implantari esposte, somministrazione topica di antibiotici (in alcuni casi proposti anche per via sistemica), materiali da innesto, resezione ossea.
Nell’intento di indurre invece un processo di tipo rigenerativo a livello osseo, alcuni Autori hanno pensato anche alle amelogenine EMD (Enamel Matrix Derivative). Si tratta di un prodotto di grande interesse nella parodontologia contemporanea. Sono documentati gli effetti di tali composti nel processo di guarigione delle ferite e nella rigenerazione particolare e, dati di principale interesse per la presente trattazione, il loro potenziale di promozione della rigenerazione ossea, oltre a un effetto antibatterico.
In uno studio del 2016, Isehed e colleghi hanno proposto un trial clinico randomizzato che documentava appunto un protocollo di rigenerativa ossea perimplantare basato sulla chirurgia open flap associata all’impiego di amelogenine. Lo stesso gruppo di lavoro ha voluto aggiornare a un follow-up di 3 e poi 5 anni i risultati che, a un anno, mostravano un leggero miglioramento del guadagno osseo.
L’indagine aveva coinvolto un totale di 29 soggetti con almeno un impianto con sondaggio pari a 5 mm o più, sanguinamento e/o suppurazione e difetto osseo angolare con perdita ossea, valutata radiograficamente, di almeno 3 mm. Lo studio è stato condotto in doppio cieco e i pazienti sono stati così randomizzati: 15 inviati al protocollo +EMD e 14 a quello non-EMD. Di questi, rispettivamente 13 e 12 sono risultati disponibili anche per il secondo studio.
L’outcome primario consisteva nella valutazione, oltre che della perdita implantare, dei cambiamenti del livello osseo come media delle due misurazioniradiografiche dei livelli ossei mesiale e distale, con il diametro del collo dell’impianto usato come riferimento noto.
L’aggiornamento radiografico a 3 e 5 anni è stato condotto attraverso una metodica periapicale del tutto analoga a quella impiegata nel primo studio, nel quale si faceva riferimento allo stato dei tessuti duri al baseline e al follow-up di un anno.
I risultati rilevano come il leggero vantaggio rilevato a 1 anno vada poi a livellarsi nei dati a più lungo termine. Lo studio peraltro risente di alcuni fattori di debolezza, primo fra tutti la modesta numerosità del campione.
In conclusione, si osservi invece un dato più incoraggiante: l’80% degli impianti trattati è sopravvissuto a 5 anni e, al di là dei risultati radiografici di guadagno osseo, comunque, l’analisi (PLS modelling) inserisce l’impiego di amelogenine fra i fattori associati positivamente alla sopravvivenza implantare, così come suppurazione e abitudine al fumo sono associate negativamente.
Riferimenti bibliografici
Isehed C, Svenson B, Lundberg P, Holmlund A. Surgical treatment of peri-implantitis using enamel matrix derivative, an RCT: 3- and 5-yearfollow-up.J Clin Periodontol 2018 Jun;45(6):744-753.