Alterazioni macro e micoscopiche nel dente devitalizzato

Al giorno d’oggi, quindi, l’elemento fondamentale su cui costruire un successo terapeutico in un elemento da devitalizzare è prima di tutto l’ottenimento del sigillo endodontico. Con le sistematiche attualmente disponibili sul mercato, il ritrattamento degli elementi devitalizzati, che viene frequentemente valutato in sede di piano di trattamento, è anche più spesso realizzabile sul piano pratico.

Il passaggio successivo, ovviamente, è la ricostruzione coronale. Non è banale sottolineare che un dente trattato correttamente dal punto vista canalare e con una ricostruzione protesica congrua abbia prospettive di sopravvivenza migliori.

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Per considerare e pianificare la fase di ricostruzione nel dente devitalizzato è fondamentale sapere che un qualunque dente precedentemente trattato subisce una serie di modifiche strutturali, delle quali non si potà non tenere conto.

Si considerino in primo luogo le modificazioni macroscopiche

Di per sé, l’inevitabile accesso alla camera pulpare ha un impatto enorme sulla resistenza del dente, perché determina la perdita del tetto della stessa camera e, soprattutto, della dentina interassiale, ossia di quel ponte che collega l’estremo vestibolare a quello linguale. Alcuni elementi, su tutti il premolare, per via della loro conformazione soffrono ulteriormente questa condizione.

Alcuni Autori sostengono che l’inserimento di un perno endocanale sia in grado di vicariare proprio la perdita di dentina interassiale. Elementi che, senza perno, richiederebbero necessariamente la realizzazione di una corona protesica, diventano invece un substrato adatto a sostenere un restauro diretto in materiale composito. In fase di elaborazione del piano terapeutico si potrà dunque decidere di adottare nell’immediato un trattamento che risparmi una quantità maggiore di tessuto sano, in vista poi di una ricostruzione più indaginosa di cui prevedere la realizzazione negli anni a venire.

Molta sostanza può essere persa durante la terapia canalare

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Si manifestano poi fondamentali variazioni a livello della struttura dentaria microscopica

Innanzitutto, il tessuto dentinale va incontro alla perdita di acqua. È noto che la che la dentina sia un connettivo dotato di un grado di mineralizzazione simile all’osso; oltre a questo, essa è caratterizzata dalla presenza dei tubuli dentinali, attraversati da propaggini tissutali a contenuto fluido. La perdita di acqua interessa proprio questo fluido e non supera il 10%, una differenza non sufficiente per incidere sulle proprietà biomeccaniche della dentina.

Discorso leggermente differente quello riguardante la microarchitettura del tessuto. I legami biochimici fra le fibre, infatti, non vanno incontro a un indebolimento significativo.

Dall’altra parte, però, le sostanze irriganti hanno un effetto sul tessuto: i chelanti sulla componente inorganica del dente e l’ipoclorito di sodio su quella organica. Ciò induce un variazione in difetto del modulo di elasticità, oltre che una diminuzione della resistenza alla flessione e della durezza complessiva.

Alterazioni macro e micoscopiche nel dente devitalizzato - Ultima modifica: 2016-01-06T08:16:10+00:00 da redazione