La gestione clinica delle lesioni cervicali non cariose ha la particolare esigenza di garantire al paziente risultati duraturi ed esteticamente soddisfacenti. Dal punto di vista operativo, queste sedi sono generalmente critiche per quanto concerne il processo adesivo, dato che per definizione in questa sede viene a mancare la ritenzione meccanica. Per questo motivo, è importante valutare i nuovi materiali adesivi e resinosi oggi a disposizione del clinico.
Un articolo, pubblicato a metà 2018 da Oz e colleghi su Clinical Oral Investigations, si è proposto di investigare e confrontare le performance di 3 adesivi universali, associati a compositi flowable, nella gestione di lesioni cervicali non cariose, appunto. Più recentemente, Romina Brignardello-Petersen ha rivalutato uno studio per il Journal of the American Dental Association. Questa breve trattazione vuole appunto presentare i punti salienti dello studio e le considerazioni che ne derivano.
Lesioni cervicali non cariose: studio dell'adesione
L'indagine ha coinvolto un totale di 18 partecipanti, ciascuno indicato per l'esecuzione di restauri di lesioni cervicali non cariose con resine fluide in almeno 3 siti, per un totale di 99 trattamenti.
Ciascun prodotto è stato utilizzato secondo le indicazioni del produttore e in tutti i casi è stato utilizzato lo stesso materiale flowable universale. A monte non è stata creata alcuna ritenzione meccanica.
Il restauro finito e lucidato è stato valutato secondo un score tenente conto di ritenzione, adattamento marginale, grado di discromia e color match, aspetto di superficie e sensibilità. La valutazione del baseline è stata quindi ripetuta ogni 6 mesi fino a un follow-up definitivo di 18 mesi.
A un anno e mezzo, due gruppi su tre hanno riportato la permanenza in sede del 100% dei restauri; il gruppo con il prodotto rimanente ha riportato un dato di sopravvivenza pari al 96,8%. Non sono state rilevate differenze tra i gruppi nelle proporzioni con cui si sono verificate alterazioni delle singole variabili. Non è stato poi riportato alcun caso di sensibilizzazione o di infiltrazione cariosa.
Brignardello-Petersen ha valutato lo studio originale come a moderato rischio di bias, in quanto gli autori hanno omesso alcuni dettagli del processo di randomizzazione. Ciò impedisce di valutare il grado di bilanciamento iniziale dei gruppi ai quali sono stati assegnati casualmente i 3 adesivi sperimentati.
Appare invece corretta la valutazione degli outcome.
Dal punto di vista degli autori, i tre prodotti dimostrano performance analoghe sulla lunghezza dei 18 mesi.
Il pool di partecipanti ridotto, tuttavia, rappresenta un punto debole del lavoro. Il fatto che ogni paziente sia stato trattato per almeno 3 lesioni, inoltre, potrebbe aver ulteriormente minimizzato le differenze rilevabili.
Riferimenti bibliografici
https://www-sciencedirect-com.pros.lib.unimi.it:2050/science/article/pii/S0002817718306482