La revisione sistematica di Ramadhan e colleghi, pubblicata a inizio anno su Journal of Prosthodontic Research e riproposta su queste stesse pagine, ha stabilito che la chirurgia guidata favorisce una maggiore accuratezza rispetto alla freehand surgery ma, allo stesso tempo, ha riconosciuto differenze sulla base della tecnica e del tipo di edentulia.
Fangzhi e colleghi, valutando a loro volta le evidenze, hanno constatato come la maggior parte degli studi non considerassero il possibile impatto favorevole della chirurgia guidata nell’estetica della regione dentale anteriore. Hanno pertanto impostato uno studio volto a rafforzare le conoscenze scientifiche, appunto, su tale aspetto.
Freehand vs chirurgia guidata
Il protocollo sperimentale ha coinvolto un totale di 60 pazienti (32 uomini, 28 donne; età compresa fra 20 e 58 anni, 35 di media), tutti indirizzati a riabilitazione implanto-protesica in sede frontale (regione da canino a canino in arcata superiore), con non più di 3 edentulie consecutive. Questi sono stati randomicamente suddivisi in 3 gruppi numericamente equivalenti: il gruppo controllo, trattato con procedura classica freehand, il gruppo 1, sottoposto a trattamento implantare parzialmente guidato e, infine, il gruppo 2, trattato con protocollo fully guided. Con protocollo parzialmente guidato si intende l’utilizzo di una guida chirurgica per la preparazione del sito implantare, con l’intervento che viene poi finalizzato con l’inserimento dell’impianto a mano libera. La chirurgia interamente guidata, di conseguenza, prevede l’impiego del template sia nella preparazione del sito che nell’inserimento dell’impianto. In tutti i casi sono state utilizzate guide a supporto dentale.
La posizione ideale degli impianti è stata pianificata, previa scansione intraorale e CBCT, su software, per tutti i pazienti, compresi i controlli, poi trattati con procedura freehand. Per questo, in tutti i gruppi, dopo una seconda scansione postchirurgica, è stato possibile operare sovrapposizioni e, conseguentemente, confrontare le deviazioni sugli assi coronale, apicale, angolare e per quanto riguarda la profondità di inserimento.
Sono state riconosciute differenze statisticamente significative riguardo tutti i parametri: le deviazioni sono risultate sempre più elevate nei controlli e sempre più contenute nei casi interamente condotti in chirurgia guidata.
Come anticipato, lo studio ha aggiunto una valutazione di natura estetica, attraverso due score multiparametro (pink esthetic score PES e white esthetic score WES), entrambi con punteggi da 0 a 10 (rispettivamente peggiore e migliore scenario possibili). A un anno dalla consegna del restauro definitivo, sono emersi, rispettivamente per controlli, gruppo 1 e gruppo 2, punteggi medi PES pari a 7.09 ± 0.56, 8.39 ± 0.54 e 9.04 ± 0.35 e WES di 7.24 ± 0.54, 8.47 ± 0.44 e 8.97 ± 0.38. Gli stessi parametri, al baseline, a 6 e a 12 mesi, nei controlli risultano significativamente inferiori a quelli di entrambi i gruppi caso. All’interno di questi ultimi, tuttavia, i punteggi sono significativamente superiori, a tutte le fasi, all’interno del gruppo 2.
In conclusione, i risultati evidenziano come, oltre ai prevedibili vantaggi in termini di predicibilità chirurgica, l’adozione di un protocollo interamente guidato favorisca vantaggi nella conseguente finalizzazione protesica, tanto a livello di estetica rosa quanto di estetica bianca.
Riferimenti bibliografici: chirurgia guidata
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/33528110/
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/33504723/