Durante l’estrazione degli elementi dentari la preservazione della cresta alveolare non è sempre tenuta in considerazione.
Si stima che le alterazioni dell’osso alveolare post-estrazione possano causare una riduzione sino al 50% della sua ampiezza bucco-linguale. In media dopo l’estrazione dentale si assiste ad una riduzione di 3.8 mm in larghezza e 1.24 in altezza nei primi 6 mesi.
I fattori principali che determinano il riassorbimento della cresta alveolare sono l’atrofia causata dall’assenza di stimoli, la vascolarizzazione inadeguata e le risposte infiammatorie.
Inoltre le alterazioni alveolari a seguito dell’estrazione possono compromettere la riabilitazione protesica sia su denti naturali che su impianti. Per questi motivi è molto importante che il volume venga mantenuto.
Un recente studio realizzato da Momen e coll. ha avuto l’obiettivo di valutare gli effetti clinici di vari materiali per quanto riguarda la preservazione della cresta alveolare dopo l’estrazione comparandoli con la sola terapia estrattiva in pazienti che necessitano di terapia implantare.
Sono stati valutati differenti criteri: i cambiamenti nella larghezza bucco-linguale/palatale della cresta alveolare, i cambiamenti nell’altezza verticale, le complicanze, la necessità di un ulteriore aumento prima del posizionamento dell’impianto, i risultati estetici, i tassi di fallimento implantare, il margine perimplantare, la profondità di sondaggio e di livello di attacco clinico dei denti adiacenti al sito d’estrazione.
Grazie a questa ricerca è stato riscontrato che la conservazione della cresta alveolare utilizzando xenotrapianti rispetto al non utilizzo non dà risultati significativamente differenti sia per quanto riguarda la perdita in larghezza che in altezza. Questo vale anche per quanto riguarda la necessità di un ulteriore aumento di volume dopo l’inserimento implantare e per il tasso di fallimento dell’impianto stesso.
Sono stati valutati anche i risultati di preservazione della cresta alveolare utilizzando gli innesti alloplasti rispetto alla sola terapia estrattiva. I dati hanno mostrato come anche qui non vi fossero dei risultati significativamente differenti tra le due metodiche.
Tra le complicanze registrate da questo studio c’erano la guarigione ritardata con esposizione parziale della regione buccale successiva alla rimozione della sutura, il dolore e il gonfiore post-operatori, l’arrossamento ed edema e l’esposizione dell’eventuale membrana con perdita parziale dell’innesto.
Le conclusioni che si sono potute trarre da questa ricerca sono che le tecniche di preservazione della cresta alveolare possono ridurre al minimo i cambiamenti in altezza e larghezza post-exo mentre non ci sono prove significative riguardo gli altri criteri valutati.
In particolare mancano prove concrete che accertino eventuali differenze nell’utilizzo di diversi materiali per quanto riguarda l’aumento volumetrico della cresta, mediante l’utilizzo di un innesto dopo aver posizionato l’impianto, e il risultato estetico.