La metodica chirurgica di rialzo del pavimento del seno mascellare costituisce oggigiorno una delle tecniche chirurgiche preimplantari meglio codificate e maggiormente impiegate. La procedura a cui si fa riferimento è quella detta di antrostomia laterale e prevede appunto la realizzazione sulla parete antero-laterale di una finestra osteotomica. Questa sezione ossea, in passato, veniva comunemente asportata; le tecniche attuali prevedono che venga invece ribaltata all’interno del seno del quale andrà a costituire parte del neopavimento. Alcuni lavori hanno preso in considerazione le caratteristiche della parete ossea in questione. Uno dei più recenti ad affrontare l’argomento è quello pubblicato nel 2017 da Lim su Brazilian Oral Research. Per stessa ammissione dell’Autore, il lavoro risente di elementi di carattere etnico – viene considerato un pool di pazienti del sudest asiatico – ma nel contempo riporta indicazioni cliniche interessanti da un punto di vista pratico.
Gestione della parete antrale del seno mascellare: alcuni spunti dalla letteratura
Le due metodiche di indagine possibili sono rappresentate dallo studio descrittivo su cadavere e da quello clinico tramite TC cone beam, opzioni che diversi Autori indicano come equivalenti.
In entrambi i casi risulta necessario prendere dei reperi topografici a partire dai quali si considera l’evoluzione dello spessore della parete. Il punto di riferimento dall’alto risulta essere in quasi tutti gli studi il pavimento del seno, il quale però risente di una variabilità legata in primo luogo all’espansione pneumatica causata dalle edentulie.
Il lavoro di Lim preferisce invece il tetto della cavità orbitaria, che corrisponde anatomicamente al tetto dell’antro mascellare: si fa riferimento a 4 diverse sezioni assiali (H10, H20, H30, H40), poste rispettivamente a 10, 20, 30 e 40 millimetri dal repere.
I riferimenti antero-posteriori sono più semplici essendo rappresentati dal sito/elemento dentario corrispondente e risultano per questo sostanzialmente univoci.
Una delle voci che sembrano maggiormente influenzate dal dato etnico sembra essere l’estensione anteriore del seno e, in particolare, il coinvolgimento della regione canina. Per quanto riguarda il primo premolare, invece, questo risulta essere interessato nella maggior parte dei casi.
I risultati evidenziano un andamento ricorrente, con ispessimento in senso anteroposteriore (fatta eccezione per la zona del secondo molare) e assottigliamento in senso craniocaudale. Si considerino tali indicazioni dal punto di vista clinico. La regione inferiore, quella compresa fra le linee di rilevazione H30 e H40 corrisponde normalmente al sito di allestimento della finestra. In area premolare sarà consigliabile esercitare una pressione di molto inferiore a quella necessaria più distalmente. La zona H10-H20 (soprattutto in zona molare), invece, se esposta dallo scollamento del lembo mucoperiostale, può essere utile come sede di prelievo di particolato osseo da innesto tramite l’impiego di bone scraper.
Riferimenti bibliogarfici