L’approccio ortopedico-funzionale alle malocclusioni caratterizzate da significative discrepanze scheletriche, rappresenta, da circa un secolo, una parte consistente dei trattamenti in età evolutiva. Tuttavia, la riuscita di una buona percentuale di questi trattamenti, si fonda su elementi che nulla hanno a che vedere con la reale capacità dell’operatore di modificare, in maniera statisticamente significativa, la lunghezza della mandibola del paziente. In questo aggiornamento monografico viene proposto un approccio al trattamento delle alterazioni della lunghezza mandibolare attraverso le variazioni della dimensione verticale.
L’approccio ortopedico-funzionale alle malocclusioni caratterizzate da significative discrepanze scheletriche, rappresenta, da circa un secolo, una parte consistente dei trattamenti in età evolutiva. Tuttavia, la riuscita di una buona percentuale di questi trattamenti si fonda su elementi che nulla hanno a che vedere con la reale capacità dell’operatore di modificare, in maniera statisticamente significativa, il pattern di crescita scheletrica del paziente, e in particolare la lunghezza della sua mandibola. Ciò è ormai dimostrato da una corposa mole di lavori scientifici.
In questo aggiornamento monografico, gli autori propongono un diverso approccio al problema, basato su un presupposto totalmente diverso, dagli effetti clinici infinitamente più evidenti e predicibili.
Francesco Paolo De Luca
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Vincenzo Quinzi
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Giuseppe Marzo
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