Le procedure endodontiche rigenerative (REP) possono offrire nuove opportunità ai denti compromessi. In uno studio pubblicato sull'International Endodontic Journal, gli autori ne hanno studiato gli effetti sulla necrosi della polpa, su parodontite apicale e riassorbimento radicolare esterno (ERR). La ricerca, che ha preso in esame 20 denti, è stata condotta dall'Università di Sydney insieme con la Fujian Medical University di Fuzhou, in Cina.
Le procedure endodontiche rigenerative dell'AAE
Per studiare gli effetti delle REP sui denti compromessi, i ricercatori si sono affidati al protocollo dell'American Association of Endodontists. Per valutarne quantitativamente la reale efficacia poi, hanno osservato i cambiamenti intervenuti nell'area radiografica della radice (RRA). Il periodo medio di follow-up, ritenuto congruo per apprezzare gli esiti dei trattamenti, è stato di tre anni.
I risultati ottenuti sul campo
I 20 denti trattati sono tutti sopravvissuti. Tra questi, 14 (70%) con pieno successo e solo uno (5%) è fallito durante il periodo di studio. Dall'esame radiografico è emerso che tutti i 20 denti hanno fatto registrare una riparazione completa delle lesioni periapicali e l'arresto dell'ERR. Tuttavia, non sono mancate neppure le complicanze, perché 5 denti (25%) in un momento successivo hanno sviluppato un riassorbimento sostitutivo. In base al tipo di trauma e al tempo extraorale, l'RRA era diverso nel gruppo senza avulsione (p=.015) e per il gruppo con avulsione con un tempo extraorale inferiore a 60 min (p=.029). Nel gruppo di avulsione di tempo extraorale superiore a 60 min (p=.405), l'aumento di RRA non era statisticamente significativo. Infine, hanno risposto al test della polpa a freddo 9 denti (45%), 10 denti invece a quello elettrico.
Le conclusioni dello studio
Le procedure endodontiche rigenerative sono efficaci, anche per i denti necrotici permanenti traumatizzati con ERR. I risultati favorevoli riguardano le lesioni periapicali guarite e l'aumento significativo dell'area radiografica della radice. Infine, lo studio dimostra ancora una volta il ruolo dei REP nell'arresto del riassorbimento radicolare esterno.