Il prelievo di tessuto connettivo a origine autologa costituisce una metodica operativa ampiamente documentata, dotata di grande versatilità d’impiego e uno dei gold standard operativi nella parodontologia-implantologia contemporanea, segnatamente nel trattamento delle forme di deficit di tessuti molli (ad esempio le recessioni gengivali).
Nella definizione dei protocolli di prelievo dell’innesto – che si rifanno a 3 modelli principali, trap door, tecnica a incisioni parallele e single incision technique – la ricerca viene guidata da un duplice obiettivo: la raccolta del tessuto migliore dal punto di vista quantitativo e soprattutto qualitativo e il contenimento della morbilità postoperatoria a carico del sito donatore.
Ridurre il discomfort post-operatorio dopo prelievo di tessuto connettivo dal palato
Considerando questo secondo aspetto in particolare, un interessante articolo pubblicato a fine 2017 dal gruppo di Aguirre-Zorzano su Journal of Clinical and Experimental Dentistry ha presentato una nuova tecnica di prelievo, confrontandola con la classica trap door.
La nuova tecnica viene denominata “UPV/ EHU technique” e consiste in una dissezione parziale di lembo full thickness. Il primo passaggio prevede appunto l’allestimento di un lembo palatino a spessore totale, con incisione intrasulculare e preservazione delle papille. Su questo lembo, tenuto sollevato tramite un paio di pinze chirurgiche, viene effettuata la dissezione di una porzione di tessuto connettivale: viene lasciato quindi lo strato epitelio-connettivale più superficiale, che successivamente viene riposizionato in sede e suturato. Per la prima fase viene suggerita una lama n.12, per la seconda una n.15c.
La tecnica prevede la raccolta di tessuto molle palatale da una sede molto prossima al margine gengivale. L’aspetto qualitativo potrebbe pertanto rappresentare il maggiore elemento da valutare in un secondo approfondimento clinico, anche se gli Autori dello studio considerato sostengono di prediligere l’innesto connettivale puro al free gingival graft disepitelizzato, a sua volta indicato come standard da altri Autori.
Come guarisce il prelievo di tessuto connettiva con questa tecnica?
Lo studio ha valutato in maniera retrospettiva la fase postoperatoria di guarigione in totale di 40 casi (trattati poi per recessione/i gengivale/i di classe I-III di Miller), il cui innesto connettivale era stato raccolto con la tecnica UPV/ EHU o con la trap door, che ha ricoperto il ruolo di controllo. I risultati attestano la differenza statisticamente significativa a favore del gruppo test sia per quanto riguarda il dato riferito del dolore (assente o relativa gravità, quando presente) che per quanto concerne l’insorgenza di infezione o necrosi. Nel complesso, si può concludere che, con i limiti determinati principalmente dalla numerosità del campione, la tecnica garantisce buone indicazioni cliniche per quanto riguarda la fase post-chirurgica, sia dal punto di vista del paziente che da quello dell’operatore.
Riferimenti bibliografici