Un anziano collega mi raccontò questo gustoso caso che gli era capitato: dovendo procedere a un’anestesia, si era voltato verso i mobiletti dando le spalle a un paziente che non frequentava abitualmente lo studio. Mentre stava per rivoltarsi dopo avere approntato la siringa, sentì una specie di fruscio e fece appena in tempo a vedere il paziente che si dileguava. Ad altri è capitato di dover soccorrere pazienti o accompagnatori che perdevano coscienza per lo stesso motivo e così via. Questa rassegna è dedicata al numero 90 che porta spesso a trascurare la salute orale con l’instaurarsi di un circolo vizioso attraverso l’aggravamento della patologia ed effetti finali talvolta invalidanti.
Evoluzione della paura del dentista in scolari che usufruiscono del servizio odontoiatrico pubblico
Nydell Helkimo A, Rolander B, Koch G. Dental fear in school children and young adults attending public dental health care: prevalence and relationship to gender, oral disease and dental treatment; trends over 40 years. BMC Oral Health. 2022 Apr 26;22(1):146.
Poteva arrivare solo dalla Scandinavia un’indagine che per 40 anni ha misurato parametri clinici e paura del dentista in un campione di 100 soggetti per le classi di età dei 10, 15 e 20 anni. A partire dal 1973 fino al 2013 sono stati rilevati lo stato di salute orale (prevalenza di carie, gengivite e numero di denti curati) insieme con la paura del dentista. Questa si è progressivamente ridotta in tutte le classi di età con il trascorrere del tempo grazie a un modello di prevenzione basato sul servizio pubblico nelle scuole e a un approccio psicologico mirato. Confermata anche la relazione tra paura del dentista e salute orale.
Valutazione della paura e dell’ansia indotta dal dentista nei genitori e nei figli
Hegde T, Bhavyashri P, Vasthare R, Karthik M, Munoli R. Evaluation of Parental Dental Fear and Anxiety (DFA) on Adolescent Dental Treatment: A Narrative review. J Int Soc Prev Community Dent. 2022 Jan 29;12(1):12-19.
D’Alessandro G, Alkhamis N, Mattarozzi K, Mazzetti M, Piana G. Fear of dental pain in Italian children: child personality traits and parental dental fear. J Public Health Dent. 2016 Jun;76(3):179-83
La comune esperienza del paziente bambino accompagnato da madre ansiosa è l’oggetto del primo articolo, una ricerca bibliografica basata su 12 studi, di cui uno italiano. A favore di questa correlazione stanno la maggior parte delle ricerche, mentre due concludono che esiste, ma solo nei primi anni dell’adolescenza; altre due negano ogni correlazione. Si confermano comunque importanti anche altri fattori come il reddito familiare, il grado di istruzione dei genitori, il loro livello di igiene orale e la frequenza con la quale si recano dal dentista. La ricerca italiana conclude decisamente a favore di questa relazione in base all’analisi di un campione di 104 soggetti di età compresa tra 5 e 14 anni e di uno dei loro genitori. Sulla base delle risposte a una serie di questionari, gli autori dell’università di Bologna scrivono che l’ansia indotta dal dentista è significativamente associata alla paura del dentista presente nel genitore oltre che alla depressione e all’ansia di tratto del bambino (caratteristica intrinseca della personalità diversa dall’ansia di stato collegata a una data situazione). Inoltre, indipendentemente da età e sesso, la paura del genitore è il fattore predittivo più importante dell’ansia presente nel figlio.
Stima della prevalenza della paura del dentista negli adulti
Silveira ER, Cademartori MG, Schuch HS, Armfield JA, Demarco FF. Estimated prevalence of dental fear in adults: A systematic review and meta-analysis. J Dent. 2021 May;108:103632
Le banche dati hanno fornito 31 pubblicazioni (di cui purtroppo nessuna italiana) ritenute idonee per la revisione e la metanalisi, nonostante gli abituali problemi legati al rischio di errori metodologici e alla differenza nei protocolli e negli strumenti di indagine per la valutazione di un fattore così soggettivo come la paura.
Nel complesso, assemblando i dati delle diverse ricerche attraverso la metanalisi, ne è risultato che la paura di grado medio riguarda il 15,3% dei campioni, quella di grado maggiore il 12,4% e quella massima il 3,3%; per ognuna di esse la prevalenza è più alta nelle donne e nei più giovani. Le percentuali presentano un ampio intervallo che riflette le diversità del contesto socioeconomico oltre che del metodo di indagine.
Prevalenza e trattamento basato sulle evidenze della paura dell’ago nell’adulto con malattie croniche
Duncanson E, Le Leu RK, Shanahan L, Macauley L, Bennett PN, Weichula R, McDonald S, Burke ALJ, Collins KL, Chur-Hansen A, Jesudason S. The prevalence and evidence-based management of needle fear in adults with chronic disease: A scoping review. PLoS One. 2021 Jun 10;16(6)
Anche se non contempla la branca odontoiatrica, questo articolo è interessante per almeno due ragioni. La prima è che prende in esame il simbolo per eccellenza della paura in ambito medico, quell’ago che ancora oggi qualcuno evoca minacciosamente e improvvidamente per spaventare i bambini. La seconda è una breve rassegna ragionata degli interventi attuabili per mitigarla e, ancora più importante, in base alle evidenze provenienti da campioni di pazienti messi a dura prova (diabetici, nefropatici e oncologici). Leggendolo, si apprende che questa paura colpisce, con percentuali molto variabili a causa delle diverse metodologie di ricerca: nefropatici (25% - 47 %), oncologici (17% - 52%) e diabetici (0,2 % - 80%) mentre nella popolazione generale si aggira intorno al 16% e i casi di fobia non superano il 2%. Anche gli autori di questo articolo confermano che il sesso femminile è più colpito.
Tra le tecniche impiegabili per mitigare questa spiacevole emozione vi sono le spiegazioni date al paziente, la decorazione delle siringhe (per esempio applicando adesivi colorati sui cilindri), la gestione cognitivo-comportamentale dello stress, le tecniche di distrazione e la modifica degli ambienti e delle modalità operative.
Risultati iniziali dell’anestesia con sistema jet senza ago
Ocak H, Akkoyun EF, Çolpak HA, Demetoğlu U, Yücesoy T, Kılıç E, Alkan A. Is the jet injection effective for teeth extraction? J Stomatol Oral Maxillofac Surg. 2020 Feb;121(1):19-24.
Brunton PA, McLean M, Vedagiri S, McKeage J, Ruddy B, Weatherly K, White D, Taberner A, Loch C. Jet injection needle-free dental anaesthesia: Initial findings. J Dent. 2022 Jul;122:104165. doi: 10.1016/j.jdent.2022.104165. Epub 2022 May 14
Munshi AK, Hegde A, Bashir N. Clinical evaluation of the efficacy of anesthesia and patient preference using the needle-less jet syringe in pediatric dental practice. J Clin Pediatr Dent. 2001 Winter;25(2):131-6
Theocharidou A, Arhakis A, Kotsanos N, Arapostathis K. Jet or conventional local anaesthesia? A randomized controlled split mouth study. Clin Oral Investig. 2021 Dec;25(12):6813-6819
- Da diversi anni è disponibile una siringa senza ago che in meno di due secondi inietta il farmaco ad alta pressione attraverso la mucosa con un getto di diametro simile a quello di un capello. Gli autori del primo articolo l’hanno provata su un campione di 28 pazienti ortodontici di età compresa tra 12 e 28 anni in cui si dovevano estrarre più denti. Hanno quindi proceduto estraendo il medesimo tipo di dente nelle due emiarcate della mandibola o del mascellare eseguendo in un caso l’anestesia tradizionale e nell’altro col sistema jet. Il dolore è stato quantificato con scala decimale e i risultati hanno confermato che il sistema Jet provoca meno dolore dell’ago, ma non garantisce lo stesso livello di anestesia (in alcuni casi è stata necessaria una somministrazione supplementare); inoltre, gli autori segnalano che durante l’uso produce un forte rumore simile a quello di uno scoppio di cui è bene preavvertire il paziente (sono stati messi a punto anche sistemi motorizzati che evitano questo spiacevole effetto).
- Gli autori del secondo articolo hanno eseguito una ricerca simile ma su un campione di soli otto pazienti e in modalità cieco e randomizzato. La scelta del tipo di anestesia veniva effettuata casualmente da un operatore, mentre un secondo operatore eseguiva l’estrazione senza sapere quale anestesia fosse stata usata. Il sistema Jet si è dimostrato efficace e sufficiente in sei pazienti e privo di complicanze sia durante la fase operativa che di guarigione; in due pazienti è stata invece necessaria un’iniezione supplementare con la siringa convenzionale.
- Il terzo articolo è opera di autori indiani che hanno sperimentato il sistema senza ago Madajet su 100 bambini (età 3-12 anni) sottoposti a varie terapie, di cui la metà di tipo estrattivo. Le conclusioni riportano un giudizio positivo che, però, è inficiato dall’assenza di un qualsiasi confronto con un campione di controllo.
Molto interessante la ricerca di tipo randomizzato eseguita su 63 adulti non affetti dalla paura del dentista (caratteristica degna di attenzione, ma non considerata negli altri studi). Gli autori si sono limitati a misurare la risposta al test di vitalità pulpare e alla stimolazione dolorosa della mucosa dopo avere iniettato l’anestetico con il sistema jet su un premolare scelto a caso e con la siringa convenzionale sul dente controlaterale. Il primo sistema si è dimostrato molto più rapido nell’induzione dell’anestesia, ma è risultato meno gradito e nel 30,2% dei casi ha causato ecchimosi o lacerazione della mucosa.