Coronavirus, la notizia è stata confermata. Il Governo ha decretato la sospensione in tutto il Paese, come per le "zone rosse", di manifestazioni ed eventi "di qualsiasi natura" e "in qualsiasi luogo", almeno fino al 15 marzo 2020. L'allerta resta dunque alta per cercare di contenere l'epidemia causata dal coronavirus Covid-19. Tuttavia, perché la cautela non sfoci nell'allarmismo, l'altro pericoloso virus con cui stiamo lottando in queste settimane, le attività produttive, laddove possibile, devono andare avanti.
"Come negli studi odontoiatrici, per esempio, purché si rispettino le indicazioni date nell’immediato dagli Ordini professionali di Lodi e Cremona, per le province maggiormente interessate dal primo focolaio, e puntualizzate da Cao ed Andi per tutto il territorio nazionale". Così spiega Lorenzo Balsano, titolare di uno studio odontoiatrico a Pandino, in provincia di Cremona, esperto nella prevenzione delle infezioni crociate in odontoiatria. La struttura, situata in un territorio al confine con una delle "zone rosse", dallo scorso 26 febbraio ha messo in atto una procedura che oltre a tener conto delle indicazioni istituzionali, sembra aver messo in primo piano ragionevolezza e senso civico.
Il rischio infettivo in uno studio odontoiatrico
Il virus Covid-19 si trasmette principalmente per via aerea tramite contatto stretto tra le persone, in particolare tramite starnuto/tosse da parte della persona infetta. "Il contagio è possibile anche attraverso contatti diretti personali", ricorda Balsano, "in particolar modo attraverso le mani. Il rischio aumenta durante l’esecuzione di terapie, su paziente infetto, che producono aerosol. In queste condizioni l’Oms indica di intervenire dotati di mascherine respiratorie monouso di classe EN 149:2001+A1:2009 FFP2-FFP3, oltre che di camici monouso, doppi guanti, cuffie e schermi o occhiali per proteggere gli occhi".
Le regole (6+1) per garantire sicurezza a pazienti e operatori
"Lo scorso 26 febbraio, seguendo le linee della Oms, nonché le raccomandazioni della Cao nazionale e dell'Andi", racconta Balsano, "ho predisposto all'interno del mio studio, che è situato in un luogo non molto distante dalla zona rossa, una serie di misure atte a prevenire il rischio di contagio da Coronavirus Covid-19. Sono 6 i punti che ho individuato e per i quali ho predisposto particolari protocolli che aiutano a rassicurare i pazienti oltre che noi operatori"
Accessi regolamentati in studio (1)
"Riceviamo una persona alla volta e ci assicuriamo che in sala d'attesa non ci siano più di due pazienti", dice Balsano, "questo riduce il rischio. Inoltre, tramite sms o whatsapp, prima dell'appuntamento, invitiamo i pazienti che avessero sintomi influenzali a posticipare la visita. Il triage viene concluso con la fase anamnestica in studio: i pazienti sospetti vengono esclusi dalle terapie odontoiatriche. In una recentissima revisione della letteratura viene altresì indicata la prassi preventiva della misurazione della temperatura corporea. I soggetti con temperatura superiore a 37.3° non dovrebbero essere sottoposti a cure anche quando abbiano superato il triage".
Disinfezione delle mani del paziente e della sala d'attesa per prevenire il nuovo Coronavirus (2)
"Abbiamo predisposto un percorso", spiega l'odontoiatra di Pandino, "che consente al paziente di disinfettarsi le mani e di indossare una mascherina per poi accedere alla sala d'attesa che viene disinfettata due volte al giorno. Inoltre, per ridurre le superfici potenzialmente infettabili, dalla stanza abbiamo tolto le riviste e i giochi per i bambini".
Applicazione alla poltrona delle norme già in essere (3)
L'attività odontoiatrica, ricorda Balsano, prevede già una serie di misure atte a ridurre al minimo il rischio biologico e la trasmissione delle infezioni crociate. "In questo frangente", spiega, "cerchiamo di applicarle, se possibile, in modo ancor più attento e scrupoloso: dopo ogni paziente, ricambiamo l'aria nell'ambiente, dato che, secondo la letteratura, Covid-19 permane sospeso nell’aria a lungo ed è dimostrata la possibilità di contagio indiretto attraverso l'aerosol".
Attenzione nei confronti degli operatori (4)
"Laddove fosse necessario usare strumenti rotanti/aerosol", sottolinea Balsano, "sottoponiamo il paziente al consueto risciacquo preoperatorio con perossido d’idrogeno all’1% che sul virus è più attivo della consueta clorexidrina. Utilizziamo dove indicato la diga che è stata convalidata, con test scientifici, come presidio in grado di ridurre significativamente la concentrazione virale nell’aerosol. Ci proteggiamo con camici monouso, doppi guanti, cuffie e schermi o occhiali per proteggere gli occhi. Stiamo utilizzando anche le mascherine respiratorie monouso di classe EN 149 FFP2/FFP3 che però stanno scarseggiando e sono difficilmente reperibili. Le indicazioni istituzionali sono: nella nostra zona è consigliato impiegarle, in zona rossa è indispensabile, in altre zone l’uso è discrezionale. Nell’esperienza cinese, la revisione della letteratura, non ha riportato, ad ora, dati sull’utilizzo di questi presidi da parte dei dentisti".
Pianificazione delle attività in relazione alle scorte di Dpi (5)
"Non sapendo quanto potrà durare l'emergenza", riflette Balsano, "ci siamo posti anche il problema della pianificazione delle attività in relazione alle scorte di dispositivi di protezione individuale (Dpi) disponibili, ipotizzando, solo a titolo precauzionale, lo scenario peggiore, cioè quello di una carenza dei Dpi. Abbiamo già previsto che, se necessario, sospenderemo le sedute di igiene e a seguire l'attività di routine, per assicurare le urgenze".
Comunicazione efficace e rassicurante (6)
Le misure messe in atto presso lo Studio Balsano di Pandino sono state comunicate in modo efficace, anche attraverso dei video, oltre che in maniera rassicurante. "Creare allarmismo non serve a contenere il rischio", avverte Balsano, "semmai a sviluppare comportamenti irrazionali, proprio quelli che vorremmo evitare".
Buon senso e senso civico
"Credo che in questo momento sia necessario agire con senso di responsabilità", conclude Balsano, "ciascuno deve fare la propria parte e noi odontoiatri la nostra. Non solo per rispetto ai nostri pazienti e al nostro personale di studio, ma anche per i colleghi medici ospedalieri in prima linea. Dunque, laddove possibile, continuiamo a operare applicando ogni misura necessaria: in questo modo daremo il nostro contributo ed un segnale positivo e rassicurante di cui c'è senz'altro bisogno".