Nel trattamento endodontico non può essere garantito un successo clinico a lungo termine senza un’irrigazione efficace del sistema canalare. Il tratto apicale, la cui disinfezione condiziona in modo particolare la terapia, richiede un trattamento meccanico adeguato al fine di essere esposto adeguatamente alla soluzione di NaOCl. Al di là delle complessità legate direttamente alla strumentazione, un flusso insufficiente a livello apicale costituisce di per sé una causa di mancata rimozione della carica infettiva, come stabilito da Haapasalo (2010). Lo stesso Autore (2014) aggiunge che a oggi l’irrigazione è l’unica manovra a poter rimuovere i microrganismi in forma planctonica e anche di biofilm laddove questi non siano stati interessati dalla strumentazione.
È la fluidodinamica degli irriganti canalari che può essere influenzata, a sua volta, dalla forma e dal diametro dell’apice preparato.
Letteratura: irriganti canalari e anatomia endodontica
Al fine di indirizzare la pratica clinica sulla base delle evidenze scientifiche, Tziafas e colleghi (2017) hanno sondato sull’argomento l’intero corpus della Letteratura del periodo 1960-2016.
È ragionevole affermare che preparando l’apice a un diametro elevato (almeno 50) venga asportata la massima quantità di dentina infetta e di cellule batteriche libere. Allo stesso tempo, la clinica impone di considerare il fatto che in molti casi risulti complicato superare un diametro di 40.
Un aspetto potenzialmente negativo derivante da una maggiore penetrazione dell’irrigante è costituito dal rischio di estrusione. Le indicazioni cliniche più significative sono quelle derivanti, paradossalmente, dallo studio ex vivo di Boutsioukis (2014). L’indagine ha previsto il trattamento di canali rettilinei fino a diametro 35 e conicità 0.06. Un tasso di estrusione significativamente inferiore è quello derivante dall’impiego di aghi con foro laterale. Il tasso diminuisce anche imprimendo uno spostamento dall’apice. Il diametro della costrizione apicale è risultato invece ininfluente.
Un altro aspetto da indagare riguarda la metodica di attivazione degli irriganti canalari. Ad oggi le opzioni sono diverse: attivazione sonica, ultrasonica e più recentemente la laser-activated irrigation (LAI). Anche i riscontri scientifici sull’argomento sono molteplici: si faccia riferimento, tra i lavori più recenti, lo studio microscopico di Urban e quello microtomografico di Verstraeten, entrambi dello scorso anno.
Si considerino infine risultati ottenuti riguardo l’approccio a precise anatomie canalari. Il canale mesiovestibolare del molare superiore risulta di norma meccanicamente trattabile in maniera adeguata con tutte le sistematiche indagate. Per quanto riguarda l’irrigazione, un ago da 27 Gauge non risulta in grado di avvicinarsi a più di 4 mm.
Nei molari inferiori è possibile invece che la preparazione risulti insufficiente a livello dei canali distali. In tali casi, solamente un ago 30 Gauge è in grado di portarsi a 3 mm dall’apice.
Riferimenti bibliografici
Haapasalo M, Shen Y, Qian W, Gao Y. Irrigation in endodontics. Dent Clin North Am. 2010;54:291–312.