“Non si può non comunicare”, ogni parola, ogni gesto, ogni silenzio è in sé comunicare.
Nella gestione del percorso di cure odontoiatriche è fondamentale curare anche l’aspetto comunicativo-relazionale.
La comunicazione esprime la sua vera efficacia solo quando si cura l’aspetto di relazione. Pertanto, è importante che l’odontoiatra conosca tutti gli strumenti fondamentali della comunicazione interpersonale al fine di instaurare una relazione comunicativa di qualità con i propri pazienti. È proprio la relazione comunicativa di qualità a rappresentare la condicio sine qua non di un’alleanza terapeutica funzionale ed efficace nonché di una maggiore compliance del paziente al trattamento.
Basi comunicative da tenere presenti
Quando si parla di comunicazione si fa spesso riferimento al tradizionale linguaggio verbale come strumento comunicativo per eccellenza e si ha la tendenza a sottovalutare gli altri livelli della comunicazione che, più o meno consapevolmente, partecipano al processo comunicativo e rivestono un ruolo di forte impatto nella relazione con il paziente.
In che modo l’utilizzo consapevole della comunicazione paraverbale, non verbale, dell’occupazione dello spazio e della distanza che intercorre con il paziente può aiutare nella comunicazione e relazione con il paziente?
Il livello di comunicazione paraverbale riguarda il modo in cui si dice qualcosa: il tono della voce, il timbro e il volume. Questi elementi forniscono informazioni sul ritmo della conversazione e sullo stato d’animo di chi parla.
Il livello non verbale, invece, comprende tutto ciò che si esprime attraverso la gestualità, la postura e la posizione nello spazio. È bene ricordare che il modo in cui l’odontoiatra si presenta riveste un ruolo fondamentale sul primo impatto che il paziente ha nei suoi confronti. La “prima impressione” avviene durante la visita iniziale ed è ciò che guida il paziente nella scelta di affidare o meno al professionista le proprie cure.
Come comprendere il paziente e comunicare
Se trasferiamo queste osservazioni sul paziente, capiamo bene come le espressioni del viso, il modo di presentarsi, la postura assunta da ogni paziente forniscano informazioni preziose sul suo stato d’animo. Conoscere lo stato d’animo in cui si trova il paziente (paura, angoscia, ansia) è di fondamentale importanza per l’odontoiatra al fine di riuscire a gestire e controllare al meglio le sue emozioni, instaurando una comunicazione efficace e priva di errori.
La comunicazione non verbale si compone di codici e, i più comunemente riconosciuti sono otto. È opportuno che l’odontoiatra impari a conoscere questi codici e a leggerne il significato durante il colloquio con il paziente.
In particolare, il codice prossemico gioca un ruolo di primaria importanza. Questo codice riguarda la gestione delle distanze, la disposizione nello spazio e l’uso dello stesso come forma di comunicazione interpersonale. A seconda del tipo di relazione che si vuole instaurare, ogni essere umano si muove nello spazio seguendo regole ben precise. L’odontoiatra deve essere in grado di comprendere il significato della distanza che il paziente interpone con lui o con gli strumenti. Questa distanza è dettata dal tipo di relazione che il paziente e l’odontoiatra hanno in quel momento e non dal contenuto della conversazione.
Esistono quattro tipi di distanza prossemica: la distanza pubblica, sociale, personale ed intima; ma non tutti percepiscono queste distanze allo stesso modo. Infatti, alcuni fattori, quali lo stato d’animo, la storia personale, lo status dell’individuo e ancora la cultura di appartenenza, sono in grado di influenzare la percezione di queste distanze.
Ma allora qual è la giusta distanza da instaurare con i propri pazienti? Il tipo di relazione che intercorre tra l’odontoiatra e il paziente è una relazione da vivere a distanza sociale.
In qualità di professionista sanitario, l’odontoiatra è spesso portato ad entrare nella sfera personale e intima del paziente sia fisicamente che con domande; ma bisogna prestare attenzione perché questo potrebbe provocare un forte disagio nell’altro. Infine, è bene ricordare che mantenere la giusta distanza permette di evitare fraintendimenti, contribuisce a far sentire i pazienti protetti e mantiene chiari i ruoli.
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