Negli ultimi anni è in corso un fervente dibattito, corroborato dagli sviluppi in ambito odontotecnico, su tutti quei materiali ad uso protesico catalogati come restauri metal-free. È ormai da diverso tempo che si stanno compiendo sforzi nel tentativo di superare le leghe metalliche, siano esse a base aurea, argentea o di cobalto-cromo-nichel; queste trovano praticamente da sempre impiego nella protesi ad uso odontoiatrico, dato che garantiscono performance cliniche elevate e durevolezza. D’altra parte, questi stessi materiali possono portare a compenso estetico insufficiente, soprattutto considerandone il mantenimento nel lungo termine. Inoltre, è da tempo dibattuta la questione legata alle reazioni di sensibilizzazione e a quelle di tossicità a carico dei tessuti del cavo orale: molti dei materiali implicati in tali processi sono naturalmente stati dismessi dal mercato.
Prendendo spunto dall’interessante editoriale pubblicato dal dott. Yasuhiro Tanimoto sul Journal of Prosthodontic Research (JPR), il presente articolo andrà a rivedere brevemente come si articola l’ampio e variegato contenitore dei restauri metal-free, interrogandosi sulle applicazioni cliniche attuali e future.
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In primo luogo, vanno ricordati sicuramente i nuovi materiali ceramici e la zirconia, materiali comunemente ricordati anche per via della loro compatibilità con le metodiche CAD-CAM. Questi materiali stanno conoscendo un grande sviluppo, oltre che nella protesi tradizionale, nelle metodiche riabilitative implanto-protesiche. Parlando di impianti, la zirconia si è dimostrata un materiale affidabile anche per quanto riguarda la componentistica implantare stessa. Oggi si stanno riscoprendo tecnologie sperimentate nel passato, come ad esempio il design implantare one piece, ovvero l’impianto con abutment annesso in monocomponente, come documentato in un articolo comparso lo scorso aprile su questa stessa pagina.
Gli ultimi anni hanno conosciuto, come detto, l’avvento di materiali ceramici e vetro-ceramici dal forte impatto commerciale. Tra essi spicca il disilicato di litio, materiale dalla forse vocazione all’estetica, oggi comunemente disponibile pure in forma monolitica. Anche delle caratteristiche di questo materiali ci si era occupati più diffusamente con diversi lavori comparsi sul sito lo scorso anno. (https://www.ildentistamoderno.com/disilicato-di-litio-proprieta-e-survival-rate/ ;https://www.ildentistamoderno.com/riabilitazione-estetica-con-disilicato-di-litio-e-cementazione-adesiva-caso-clinico/) Si segnala in particolare un case report che documentato la stratificazione di disilicato di litio su moncone in zirconia. (https://www.ildentistamoderno.com/valutazione-estetica-e-funzionale-dei-restauri-in-zirconia-realizzati-con-tecnica-tradizionale-e-tecnologia-cadcam/)
Volgendo invece l’attenzione ai materiali a base resinosa, sono stati fatti diversi esperimenti sulla formulazione delle resine composite, nell’ottica di rinforzarle. L’Autore sopracitato auspica in tal senso uno sviluppo dei compositi rinforzati in fibra.
Altro capitolo è, infine, quello delle resine termoplastiche (poliammide, poliestere e policarbonato), particolarmente indicate per la protesi rimovibile. Attualmente, l’applicazione clinica più nota è la protesi parziale in nylon con ganci non metallici.