L’infezione orale da Candida albicans rappresenta una patologia più comune nell’infanzia che durante l’età adulta ma, comunque, la micosi probabilmente più importante in ambito odontostomatologico.
Questo lievito, normale colonizzatore delle mucose, può dare problematiche esclusivamente a livello delle stesse o, invece, può essere connesso anche ad altre patologie?
Il microrganismo, infatti, riconosce una natura acidofila, fermenta gli zuccheri della dieta, degrada il collagene e, addirittura, è in grado di modulare la formazione del biofilm. Pare pertanto lecito domandarsi il possibile ruolo nei processi cariosi. Alcuni studi attestano un potenziale cariogeno, limitato. Una prima metanalisi, limitata all’ambito pediatrico, in cui anche la candidosi delle mucose ha, come detto, impatto maggiore, ha evidenziato una relazione tra presenza di Candida e early childhood caries, ovvero carie da biberon.
Più recentemente, Eidt e colleghi si sono proposti di indagare, tramite revisione sistematica della letteratura, il seguente obiettivo PECO: in bambini, adolescenti e adulti (Patient), qual è l'effetto della presenza di miceti del genere Candida nel cavo orale (Exposure) rispetto alla sua assenza (Comparator) sulla prevalenza della carie dentale (Outcome). I risultati sono stati da poco pubblicati su Archives of Oral Biology.
La ricerca, aggiornata allo scorso giugno, ha coinvolto le banche dati MEDLINE, EMBASE e LILACS: sono stati rilevati più di 3900 lavori, di 123 dei quali è stato analizzato il full text. 30 sono stati gli studi portati alla metanalisi: la qualità dell’evidenza rilevata è stata giudicata buona in 6 lavori, scarsa in 3 e media nei rimanenti.
Quale rapporto tra Candida albicans e malattia cariosa?
Considerando tutti gli studi, la prevalenza della Candida (non della candidosi, l’infezione da candida), è compresa tra 7.7 e 78%: si consideri indicativamente la possibilità di ritrovare specie di Candida in un paziente su due.
La metanalisi attesta una significativa associazione tra la presenza del fungo e la carie, essendo la prevalenza di malattia cariosa più alta del 72% nei pazienti che ospitano il fungo nel proprio ambiente orale. Ciò vale per entrambe le fasce d’età considerate, quella pediatrica (6-18 anni) e, ancora di più, quella adulta (over-18).
Gli autori hanno evidenziato alcuni limiti dello studio, al di là dell’eterogeineità. In primis, per la preponderanza di studi cross-sectional, non è stato possibile determinare un nesso causale ma solo una correlazione positiva. Le tecniche microbiologiche tendono alla sottostima, così come quelle di diagnosi della carie, nel senso che la correlazione è meglio definibile con lesioni avanzate.
In conclusione, la revisione sistematica attesta comunque la maggiore prevalenza della malattia cariosa in presenza di colonizzazione da parte della Candida. Gli studi futuri chiariranno l’eventuale ruolo di predittore di malattia e la necessità di approccio contestuale.
Riferimenti bibliografici: