Percentuali di successo clinico delle ricostruzioni indirette in composito nei settori posteriori

A causa della crescente domanda di restauri con materiali estetici, ceramiche e compositi sono divenuti materiali di prima scelta nelle riabilitazioni dei settori posteriori. Restauri diretti in composito sono indicati in situazioni in cui sia conservata ancora gran parte della struttura dentale, così da perseguire un approccio conservativo. Restauri indiretti sono indicati in tutti quei casi che richiedano la ricostruzione di cavità di II classe o ampie zone interprossimali, laddove sia necessaria la ricostruzione di una o più cuspidi o anche solo dove sia indispensabile asportare più di un terzo della sostanza intercuspidale.

A cura di Davide Battaglia

Pubblicità

Il successo delle ricostruzioni indirette negli elementi posteriori: review sistematica della letteratura

The success of indirect restorations in posterior teeth: a systematic review of the literature
Mangani F, Marini S, Barabanti N, Preti A, Cerutti A. Minerva Stomatol 2015 Oct; 64(5):231-40.

Scopo di questo lavoro è stato quello di valutare l’affidabilità a lungo termine e l’efficacia di inlay e onlay in materiale ceramico e composito, esaminando gli studi scientifici pubblicati negli anni tra il 2004 e il 2013.

Per raggiungere l’obiettivo preposto, in questa revisione sono stati analizzati gli articoli nei 10 anni intercorsi tra il 2004 e il 2013 e presenti su Medline. La ricerca è stata effettuata sulle parole chiave “inlay” e “onlay”, “follow-up” e “longevity”. Ogni articolo ha dovuto soddisfare dei criteri di inclusione ed esclusione per essere inserito all’interno della valutazione; questi criteri sono stati mutuati dalla revisione, effettuata su questo stesso tema, del 2004 di Manhart e collaboratori. Sono stati scelti articoli in sola lingua italiana e inglese che afferissero a sperimentazioni cliniche e a studi clinici controllati su pazienti di tutte le età, mentre sono stati esclusi studi in vitro, su animali e altri studi di laboratorio e precedenti revisioni della letteratura.

Al termine della scrematura sono stati selezionati 32 articoli che rispondevano ai criteri di inclusione ed esclusione; questi sono stati analizzati per confrontare dati e risultati clinici e trarre conclusioni statistiche.  Un totale di 5858 restauri (5295 in ceramica, 563 in materiale composito), eseguiti in 2377 pazienti è stato incluso in questa revisione. Il follow-up medio è stato di 5,4 anni. Gli studi sui restauri in composito, qui valutati, hanno avuto in media follow-up più brevi rispetto a quelli eseguiti su intarsi in ceramica.

La media aritmetica di successo clinico, nelle riabilitazioni indirette, è stata del 94%, superiore nei restauri in ceramica (94,9%) rispetto ai materiali compositi (91,1%). Il tasso di successo medio ponderato è stato di 95,3%,-92,8% per i restauri in composito e 96,3% per quelli in ceramica. I tassi più elevati di successo sono stati trovati nei denti riabilitati con materiale ceramico, nonostante i periodi di follow-up degli studi che adoperavano tale materiale fossero più lunghi. L’analisi statistica sull’influenza delle dimensioni della cavità sul successo delle ricostruzioni indirette mostra come i risultati dipendano dal numero di pareti da restaurare; nel caso il difetto si limiti a 1-2 pareti si sono potuti riscontrare, utilizzando i parametri dell’USPHS (United States Public Health Service), una migliore integrità marginale, una maggiore integrità del restauro e una inferiore discolorazione marginale. Si evidenzia inoltre come, nel 2010, Manhart e collaboratori non abbiano trovato differenze significative in nessun parametro dell’USPHS, confrontando ricostruzioni indirette in premolari e molari, scongiurando la possibilità di un’incidenza del tipo di elemento riabilitato nel successo delle ricostruzioni indirette. La buona riuscita di un restauro indiretto dipende da molti fattori legati ai materiali, all’operatore e al paziente; questo tipo di approccio ha un basso tasso di insuccesso e si rivela una scelta ottimale nel trattamento di lesioni di I e II classe. Nel corso degli ultimi anni i risultati ottenibili con questi restauri sono molto migliorati; questo è particolarmente vero se si guarda alle resine composite e ciò probabilmente è legato all’impiego di materiali più affidabili e a una maggiore attenzione ai protocolli operativi.

In conclusione, da questa revisione emerge come la differenza tra i tassi di successo di restauri di elementi posteriori, eseguiti con tecnica indiretta, in ceramica o composito, non sia statisticamente significativa nei lavori analizzati.

Considerazioni cliniche
L’adozione di un materiale dipende interamente dalle necessità del caso specifico e dalle preferenze del clinico, ma si possono in ogni caso raggiungere alte percentuali di successo utilizzando indifferentemente i compositi e le ceramiche.

Percentuali di successo clinico delle ricostruzioni indirette in composito nei settori posteriori - Ultima modifica: 2016-03-13T09:43:21+00:00 da Redazione