La pulpite irreversibile è l'oggetto di studio di un articolo recentemente pubblicato sul Journal of Endodontics. Gli autori, afferenti all'Università di Huston, Texas e all'Università di Pittsburgh, Pennsylvania, hanno studiato il caso da una prospettiva nuova. Si sono chiesti se i pazienti affetti da pulpite irreversibile, con una storia pregressa di COVID-19, presentassero un profilo genico infiammatorio differente rispetto a quelli senza una storia di COVID-19. I ricercatori sono giunti a questa ipotesi sapendo che, con l'emergenza della pandemia di COVID-19, erano stati segnalati livelli elevati di marcatori proinfiammatori nei tessuti dei pazienti infetti.
Metodi e materiali adottati
Per valutare questa ipotesi, i ricercatori hanno raccolto campioni di polpa dentale da 27 individui affetti da pulpite irreversibile. Tra questi, 16 avevano una storia documentata di COVID-19 (6 mesi - 1 anno dopo l'infezione) e 11 erano pazienti senza storia di COVID-19 (gruppo di controllo). Hanno estratto l'RNA totale dai campioni e utilizzato il sequenziamento dell'RNA per identificare i geni differenzialmente espressi (DEGs) tra i gruppi.
I risultati osservati
Dai risultati del sequenziamento dell'RNA, i ricercatori hanno rivelato 1461 geni come DEGs tra i gruppi. Di questi, 311 erano geni codificanti per proteine, con 252 geni (81%) sovraregolati e 59 geni (19%) sottoregolati nel gruppo COVID rispetto al gruppo di controllo. I pazienti con pulpite irreversibile e precedente infezione da COVID-19 mostrano dunque un profilo genico infiammatorio alterato rispetto a quelli senza COVID-19. Una scoperta che, secondo gli autori dello studio, ha implicazioni significative nella pratica clinica per il trattamento dentale post-COVID-19.
Le conclusioni di interesse clinico per il trattamento della pulpite irreversibile
I ricercatori hanno evidenziato una sovraregolazione significativa dei geni proinfiammatori nei tessuti della polpa dentale del gruppo COVID. Per questi soggetti, suggeriscono, potrebbe essere necessario adottare un approccio più aggressivo nella gestione della pulpite irreversibile. D'altro canto, comprendere il profilo molecolare dei tessuti dentali nei pazienti guariti da COVID-19 potrebbe consentire anche una migliore personalizzazione delle cure. Sebbene, ammettono i ricercatori, per confermare e approfondire queste scoperte, saranno necessarie ulteriori ricerche.