La sopravvivenza degli impianti dentali inseriti in siti precedentemente soggetti a fallimento implantare è talvolta problematica. Un recente studio condotto dal Dipartimento di Chirurgia Orale e Maxillo-Facciale dell'Università di Groningen - Centro Medico Universitario, Paesi Bassi, ne ha analizzato gli esiti clinici. Con una revisione sistematica che fornisce dati essenziali per orientare le decisioni terapeutiche nei casi complessi di reimpianto.

Le sfide del reimpianto in siti di fallimento

Il fallimento di un impianto può derivare da molteplici fattori, tra cui infezioni perimplantari, sovraccarico biomeccanico e inadeguata osteointegrazione. Il reimpianto in questi siti rappresenta una sfida, poiché il tessuto osseo può essere compromesso e aumentare il rischio di insuccesso. Lo studio ha confrontato l’inserimento immediato dell’impianto dopo la rimozione del fallito con un approccio ritardato, per valutare quale strategia garantisca la maggiore probabilità di successo a lungo termine.

La migliore strategia di reimpianto

L’analisi dei dati ha evidenziato che gli impianti inseriti immediatamente dopo la rimozione di un impianto fallito possono ottenere buoni tassi di sopravvivenza se il sito viene adeguatamente preparato e decontaminato. Tuttavia, in presenza di grave perdita ossea o infezione perimplantare attiva, l’inserimento ritardato risulta più vantaggioso. Poiché permette una migliore rigenerazione ossea e una maggiore stabilità primaria dell’impianto.

Un aspetto fondamentale emerso dallo studio è il ruolo della rigenerazione ossea guidata (GBR) prima del reimpianto. L’uso di materiali da innesto osseo e membrane barriera si è rivelato efficace nel migliorare la qualità dell’osso ricevente, soprattutto nei casi in cui il primo impianto ha determinato una perdita significativa di volume osseo.

Il ruolo della salute peri-implantare

La salute dei tessuti perimplantari è un fattore chiave per il successo del reimpianto. Lo studio ha dimostrato che una corretta gestione della placca batterica e della mucosa peri-implantare riduce il rischio di recidiva di perimplantite. È essenziale che il paziente segua un rigoroso protocollo di igiene orale e controlli periodici per prevenire eventuali complicanze.

Conclusioni per la pratica clinica

L’inserimento di un impianto in un sito di precedente fallimento richiede dunque un'attenta pianificazione. Quando l’osso residuo è sufficiente e privo di infezioni, l’inserimento immediato può essere un'opzione valida, ma in casi più complessi è preferibile attendere la rigenerazione ossea prima di procedere. La decontaminazione del sito e il controllo della salute perimplantare sono aspetti fondamentali per evitare recidive e migliorare il tasso di successo del reimpianto. Questo studio, pubblicato sull'International Journal of Oral & Maxillofacial Surgery, offre ai clinici indicazioni preziose per gestire al meglio i casi di fallimento implantare. Sottolineando l’importanza di un approccio personalizzato basato sulle condizioni del paziente e del sito implantare.

La sopravvivenza degli impianti inseriti nei siti di precedenti fallimenti - Ultima modifica: 2025-03-13T08:52:14+00:00 da Pierluigi Altea
La sopravvivenza degli impianti inseriti nei siti di precedenti fallimenti - Ultima modifica: 2025-03-13T08:52:14+00:00 da Pierluigi Altea