Le case produttrici di strumenti endodontici rotanti Ni-Ti hanno messo in atto diverse lavorazioni allo scopo di ridurre la resistenza alla frattura di questi strumenti, al fine di migliorarne l'affidabilità e l'efficienza. Il trattamento termico (processamento termomeccanico), a questo proposito, è uno degli approcci più efficaci: consiste nel controllo delle temperature di trasformazione delle leghe Ni-Ti. Ciò comporta un miglioramento in termini di resistenza alla fatica. Diversi sono i trattamenti termici sviluppati nel tempo.
Per poter essere riutilizzati, gli strumenti Ni-Ti sono sottoposti a sterilizzazione mediante autoclave a temperatura superiore a 100°C. Lo stesso trattamento è anche quello normalmente più impiegato prima del confezionamento e, quindi, del primo utilizzo. In questo caso, il prodotto nuovo potrebbe essere sottoposto anche a più cicli di autoclave. Analizzando la superficie con microscopio a forza atomica, Spagnuolo (2012) e Nair (2015) hanno constatato come l’autoclave sia in grado di incrementare la ruvidità del file.
Tornando al dato di resistenza alla fatica e a come questo venga incrementato tramite trattamenti di tipo termico: quanto al processamento in autoclave, che è un trattamento termico, pure svolto a scopo differente, gli studi di Plotino (2012) e Zhao (2016) hanno ritrovato indicazioni contrastanti.
Più recentemente, lo studio di Kim (2020) si è proposto di valutare, appunto, l'effetto della sterilizzazione in autoclave sulla fatica ciclica e sulla resistenza alla frattura torsionale da parte di 4 diversi strumenti Ni-Ti, prodotti attraverso processi di fabbricazione differenti.
La sperimentazione ha visto l’impiego di 60 strumenti per tipo, separati in due gruppi (da 30 strumenti l’uno): un gruppo per la fatica ciclica e uno per la frattura torsionale.
I due gruppi principali sono stati a loro volta ulteriormente suddivisi in tre sottogruppi (da 10 file ciascuno quindi).
Il test di fatica ciclica ha visto l’impiego dello strumento in un canale artificiale in acciaio inossidabile: da lì è stato riportato, per tipo di strumento, il numero medio di cicli che ha portato a rottura. I 3 sottogruppi sono stati analizzati rispettivamente al baseline, dopo 10 cicli di autoclave e dopo un processamento ibrido di stress e autoclave.
Il test di frattura torsionale è stato eseguito rispettivamente al baseline, dopo 3 e dopo 7 cicli di autoclave.
I dati di numero di cicli che ha portato a frattura, torque massimale e deflessione angolare sono stati raccolti e analizzati attraverso analisi di varianza (ANOVA test) a una via.
È stato eseguito anche un ANOVA test a due vie, al fine di confrontare i diversi prodotti: per questo approfondimento, si rimanda al full text dell’articolo.
I risultati dell’analisi sono generalmente positivi, dato che relativamente alla stessa sistematica endodontica Ni-Ti, le variabili analizzate non sono risultate alterate in maniera significativa dal processamento in autoclave.
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/31512103