Il successo a lungo termine del trattamento endodontico dipende da un’accurata detersione dello spazio endodontico1, da una sagomatura mini-invasiva2,3 nel rispetto dell’anatomia originaria4,5, da un’otturazione tridimensionale del sistema dei canali radicolari6,7 e da un restauro coronale che sigilli dalla micro-infiltrazione batterica8 e prevenga incrinature e fratture9. Se da una parte la corona completa rappresenta ad oggi il gold-standard per il restauro del dente trattato endodonticamente10,11, specie in presenza di grave perdita di sostanza coronale, dall’altra le tecniche adesive e i materiali compositi offrono opzioni terapeutiche più conservative a livello dei tessuti dentali12 e parodontali e la possibilità di rinforzare la struttura dentale sana residua13, già indebolita dal trattamento endodontico o ancor peggio dal ritrattamento endodontico. Il restauro diretto adesivo in composito trova indicazioni limitate, nei casi di ridotta perdita di sostanza dentale coronale, con preservazione di almeno una cresta marginale e spessore delle cuspidi residue maggiore di 2,5 mm14. I restauri indiretti adesivi in composito a copertura parziale (onlay) e totale (overlay) trovano maggiori indicazioni e abbinano i vantaggi delle preparazioni parziali (mini-invasività delle procedure di preparazione, rispetto dei tessuti parodontali, semplicità d’esecuzione perché la preparazione, l’impronta e la cementazione sono sopragengivali, vantaggi ergonomici ed estetici, limitato utilizzo di perni endocanalari) a quelli del composito (il modulo di elasticità del composito molto simile a quello della dentina determina una minore fragilità del restauro e una inferiore trasmissione degli stress meccanici all’elemento restaurato; la possibilità di eseguire piccole aggiunte di materiale consente minime correzioni intraorali dopo la prova dell’intarsio, prima della cementazione definitiva, per rinforzare per esempio un’area di contatto interprossimale, o piccole riparazioni a cementazione avvenuta; in ottica protesica l’intarsio può essere utilizzato come build-up durante la preparazione del moncone; minore abrasione dei denti antagonisti; presenza di un’unica interfaccia dente-restauro; utilizzo di un unico materiale per restauro diretto, indiretto e cemento da fissaggio; semplicità dei procedimenti clinici e di laboratorio; minima attrezzatura richiesta; tempi e costi inferiori)15. Sebbene in presenza di grave perdita di sostanza coronale con coinvolgimento esteso dello smalto cervicale, la corona completa sia ancora il restauro più predicibile a lungo termine, i restauri indiretti adesivi in composito presentano innegabili vantaggi che li rendono particolarmente indicati laddove la patologia ha compromesso creste marginali e cuspidi, ma solo parzialmente lo smalto cervicale. Il successo a lungo termine del restauro conservativo è strettamente collegato alle corrette indicazioni del caso selezionato, a un rigoroso rispetto dei protocolli terapeutici (isolamento del campo con diga di gomma in primis), all’abilità dell’operatore16 e al mantenimento del sigillo adesivo nel tempo di cui, al momento, ci sono solo risposte a breve e medio termine.
Ringraziamenti
Si ringraziano gli odontotecnici del laboratorio Giacometti & Zeppegno di Genova per la realizzazione dell’overlay. Un ringraziamento alle assistenti di studio Silvia e Roberta.
Corrispondenza
Andrea Polesel
Piazza Golgi, 16/1 – 16011 Arenzano (GE)
Tel. 010.9124625
andrea.polesel@libero.it
2. Berutti E et al. Use of Nickel-Titanium Rotary PathFile to Create the Glide Path: Comparison With Manual Preflaring in Simulated Root Canals. Journal of Endod 2009;35(3):408-12. 3. Gorni F. L’uso degli ultrasuoni in Endodonzia. L’Informatore Endodontico 2006;9:16-27. 4. Gagliani M et al. Testo Atlante di Anatomia Endodontica. Milano: Tecniche Nuove, 2011. 5. Cantatore G, Berutti E, Castellucci A. Missed Anatomy: frequency and clinical impact. Endodontic Topics 2009;15:3-31. 6. Schilder H. Filling root canal in three dimensions. Dent Clin North Am 1967;11:723-44. 7. Schilder H. Cleaning and Shaping the root canal. Dent Clin North Am 1974;18:269-296. 8. Ray HA, Trope M. Periapical status of endodontically treated teeth in relation to the technical quality of the root filling and the coronal restoration. Internat Endod J 1995;28:12-8. 9. Mannocci F, Bhuva B, Stern S. Restoring teeth following root canal re-treatment. Endodontic Topics 2011;19:125-52. 10. Ng YL, Mann V, Gulabivala K. Tooth survival following non-surgical root canal treatment: a systematic review of the literature. Internat Endod J 2010;43:171-189. 11. Sorensen J, Martinoff J. Intracoronal reinforcement and coronal coverage: a study of endodontically treated teeh. J Prosthet Dent 1984;51:780-4. 12. Edelhoff D, Sorensen JA. Tooth structure removal associated with various preparation designs for posterior teeth. Int J Period Restorative Dent 2002;22:241-9. 13. Liebenberg W. Posterior composite resin restorations: operative innovations. Pract Period Aesthet Dent 1996;8:796-778. 14. Becciani R, Castellucci A. La biomeccanica del dente trattato endodonticamente. Implicazioni cliniche. Dental Cadmos 2002;70:15-32. 15. Polesel A. Il restauro conservativo del dente singolo posteriore trattato endodonticamente. Giornale Italiano Endo 2011;25:3-21. 16. Veneziani M. Restauri adesivi dei settori posteriori con margini cervicali subgengivali: nuova classificazione e approccio terapeutico differenziato. Eur J Esthet Dent 2010;5:50-77.
Perchè il silano? Sono compositi e dentina…
[…] La presa di coscienza sull’importanza del restauro post-endodontico ai fini della sopravvivenza dell’elemento dentario deriva probabilmente da un lavoro storico, pubblicato Johnson nel 1976. Secondo quanto affermato da questo studio, e contrariamente a quanto si possa pensare, la prima causa di perdita di un elemento che in precedenza è stato trattato dal punto di vista endodontico non sarebbe imputabile al fallimento della stessa pratica canalare. La causa sarebbe invece la colonizzazione batterica e quindi l’infiltrazione del restauro. Altri studi, con il passare degli anni, hanno comunque smentito più volte questo concept. Rimangono fondamentali tanti aspetti per la salute del dente devitalizzato e ricostruito; il successo a lungo termine del trattamento endodontico dipende da un’accurata detersione dello spazio endodontico, da una sagomatura mini-invasiva nel rispetto dell’anatomia originaria, da un’otturazione tridimensionale del sistema dei canali radicolari e da un restauro coronale che sigilli dalla micro-infiltrazione batterica e prevenga incrinature e frattura, come già detto in questo articolo. […]