La stomatologia rappresenta la materia gemella dell’odontoiatria. Si tratta di una disciplina con una diagnostica di stampo dermatologico e consiste nel riconoscimento e nel trattamento delle formazioni patologiche interessanti i tessuti molli del cavo orale e delle regioni mucocutanee ad esso limitrofe. Come detto, la fase di definizione della lesione è a ponte fra le competenze dell’odontoiatra e quelle di altri specialisti, come ad esempio il dermatologo; un clinico potrà scegliere anche di rivolgersi ad un collega maggiormente esperto. Allo stesso modo, l’odontoiatra dev’essere in grado di discernere i casi in cui sarà lui ad occuparsi in prima persona della fase di osservazione o, a maggior ragione, di trattamento della lesione. In particolare, qualora sia prevista una terapia di tipo radicale, l’odontoiatra potrà riferirsi ad una figura come quella del chirurgo maxillo-facciale.
La biopsia rappresenta una tappa importante nella diagnosi di una neoformazione nel contesto dei tessuti molli orali. Non tutte le lesioni chiamano immediatamente la biopsia e, inoltre, non esiste un unico tipo di biopsia.
Ad esempio, la biopsia incisionale, detta anche diagnostica, è volta a definire con la certezza dell’esame istopatologico la natura di una lesione, oppure è utile a delimitarne i margini in vista di un’intervento radicale.
Esiste poi un secondo tipo di biopsia, quella escissionale, o terapeutica. Questa viene effettuata, innanzitutto, in presenza di una neoformazione che non presenta alcun dubbio sul piano diagnostico e, allo stesso tempo, richiede di essere asportata. L’esempio più tipico è quello di un piccolo fibroma traumatico.
Consiste nell’asportazione in blocco unico della lesione e ha l’obiettivo di sanare la condizione patologica, prevenendo possibilmente qualunque forma di recidiva.
L’effettuazione di biopsie escissionali rientra quindi tra le competenze dell’odontoiatra, che per fortuna nella maggior parte dei casi si troverà di fronte a formazioni francamente benigne. Il professionista, ovviamente, sarà libero di appoggiarsi ad altro specialista sia nel momento in cui mantenga dei dubbi sulla natura della lesione o, al contrario, quando abbia riconosciuto una neoformazione in grado di causare complicanze rilevanti. Ad esempio, un angioma anche di piccole dimensioni può indurre un sanguinamento importante in fase di escissione chirurgica.
Prendendo in considerazione i due video presentati a margine dell’articolo, si potrà notare che essi descrivono due casi completamente diversi di biopsia escissionale.
Nel primo è presentata l’asportazione di una neoformazione sul bordo laterale della lingua. Si osservi come la tecnica segua criteri mutuati dalla chirurgia dermatologica. Da notare anche come sia stato possibile affrontare i lembi e suturare per prima intenzione.
Il secondo video documenta l’enucleazione di una neoformazione del palato duro, che quindi comprende anche una quota di tessuto di supporto. Sono disponibili anche strumenti specificamente concepiti a tale scopo, come ad esempio le curette di Stiefel.
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Video Updated on Youtube by Anders Nattestad
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