Riabilitazioni in area estetica: la zirconia in implantologia

Sicuramente, negli ultimi anni, l’uso della zirconia ha conosciuto una diffusione crescente nell’ambito della pratica odontoiatrica quotidiana, tanto da guadagnarsi una posizione di rilievo nel l’ambito dei materiali ceramici. L’interesse attorno all’ossido di zirconio è tale da aver suscitato un dibattito tecnico e, per certi versi, filosofico sulla sua stessa natura. Viene tipicamente classificato come ceramica, ma con alcune caratteristiche fisiche affini a quelle dei metalli: ciò ovviamente ha la sua importanza, dato che oggigiorno la zirconia viene portata quasi come esempio parlando di metal-free, rifacendosi alla classificazione moderna come ceramica di nuova generazione.

In verità, il primo punto per cui questo materiale viene apprezzato rimane comunque la resa estetica, come dimostra il fatto che molti implantologi lo preferiscono oggi proprio nelle riabilitazioni del settore frontale ad un materiale dalla comprovata efficacia, come rimane il titanio. La gestione dei tessuti molli perimplantari è risaputamente uno dei punti cardine dell’implantologia contemporanea e sottostà a processi di guarigione che sono oggi ben conosciuti e in buona parte controllabili. Naturalmente, nei settori frontali, il management dei tessuti molli e in particolare della quota di gengiva cheratinizzata, si fa maggiormente complesso: in alcuni casi, il sito va incontro a una recessione cicatriziale anche modesta, ma sufficiente ad esporre la componente protesica che sottende la corona. Nel caso dei classici abutment in titanio, questo può compromettere il risultato di una terapia di per sé realizzata nel migliore dei modi, sia dal punto di vista chirurgico che protesico. Banalmente, sostituendo la componentistica bianca in zirconia, gli effetti negativi saranno minimizzati.

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In realtà, per quanto la letteratura non si disponga lungo un periodo cronologico estremamente ampio come nel caso del titanio, sono ormai accertate alcune proprietà favorevoli della zirconia in ambito implantare. Si tratta naturalmente di proprietà meccaniche (elevato carico di rottura a flessione retta, grado di durezza soddisfacente) e biologiche, le quali comprendono contatto osso-impianto (BIC), biocompatibilità in senso lato e bassa ritenzione della placca.

Va infine osservato che l’introduzione di questo materiale in ambito implantologico ha il merito di aver riportato in uso alcune sistematiche abbandonate nel substrato titanio. È questo il caso, ad esempio, dell’impianto one piece, cioè comprendente anche il moncone implantare. Il tutto viene naturalmente prodotto nella stessa zirconia.

Video che illustra proprio il posizionamento di un impianto in zirconia in regione estetica

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Alla fase chirurgica, segue in questo caso immediatamente la consegna del provvisorio. Il caso è ben documentato anche nel medio termine.

Riabilitazioni in area estetica: la zirconia in implantologia - Ultima modifica: 2016-04-19T07:07:12+00:00 da redazione