L’utilizzo del metronidazolo in odontoiatria

In odontoiatria la terapia antibiotica, topica o sistemica, costituisce un valido ausilio nel trattamento di alcune particolari condizioni patologiche di pertinenza stomatologica.

È ovvio il fatto che esistano molecole che trovano un più ampio range di applicazioni e che sono, di conseguenza, molto più frequentemente prescritte nell’ambito della pratica odontoiatrica. È questo il caso tipico di alcuni composti della classe delle penicilline. Altre molecole, invece, trovano impiego nel trattamento di precise manifestazioni cliniche, perché hanno uno spettro d’azione incentrato su precisi ceppi di patogeni.

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È questo il caso, ad esempio, del metronidazolo. Si tratta di una molecola ad azione battericida, appartenente alla classe dei nitroimidazoli, dei quali è senza dubbio il più conosciuto. Questo principio attivo non è in grado di esprimere il proprio meccanismo d’azione quando si trova in forma ossidata, ovvero in condizioni di aerobiosi. Al contrario, la molecola ridotta manifesta una notevole efficacia nei confronti dei microrganismi anaerobi.

Sul mercato è presente in forma di compresse a somministrazione orale ed azione sistemica o di gel da applicare a livello topico. Particolarmente importante la formulazione combinata con l’amoxicillina (che viene sostituita dalla ciprofloxacina nei casi di allergia alle beta-lattamine). Esistono poi altre formulazioni dedicate ad utilizzi specialistici differenti, senza considerare poi le preparazioni galeniche.

In ambito odontoiatrico, dunque, questo antibiotico viene indicato in quelle particolari patologie – esclusivamente infettive o multifattoriali – in cui si assiste ad una colonizzazione batterica ad alta presenza di anaerobi e Gram negativi.

Stando ai Formulari di terapia Farmacologica promossi da ANDI alcuni anni fa, il metronidazolo rappresenta l’antibiotico di prima scelta in una patologia di particolare gravità, la gengivite acuta ulcero-necrotica (GANU), sostenuta da una popolazione anaerobia di eccezionale virulenza. La patologia, che può compromettere fortemente la salute – non solo orale – del paziente, necessita di essere correttamente diagnosticata e trattata con potenti antimicrobici: il metronidazolo potrà essere utilizzato in forma sistemica e, contemporaneamente, topica.

Questo antibiotico trova anche un possibile utilizzo nel trattamento dell’alveolite secca. Essa, come risaputo, non si può propriamente definire una patologia infettiva, ma prevede sistematicamente la colonizzazione batterica dell’alveolo postestrattivo.

Un suo utilizzo dibattuto, ma da considerare senza dubbio all’interno di questa breve revisione, è quello nel caso di parodontopatia cronica refrattaria. Laddove la terapia causale non si dimostri sufficiente o comunque nei pazienti ritenuti maggiormente a rischio, la terapia antibiotica sistemica può essere associata all’approccio meccanico stesso. Questo è ormai sostenuto da un buon numero di lavori scientifici ed è riportato anche all’interno di un lungo articolo pubblicato a cura del dott. Ricardo Teles e della nostra Redazione su questa stessa pagina.

Le Raccomandazioni cliniche diffuse dal Ministero della Salute nel gennaio 2014, infine, ricordano come l’applicazione topica di metronidazolo sia anche contemplata tra le misure utilizzabili nei siti colpiti da perimplantiti.

L’utilizzo del metronidazolo in odontoiatria - Ultima modifica: 2015-10-01T08:02:01+00:00 da redazione

4 Commenti

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