Ben 25 miliardi di euro in fumo nella sanità 2014, circa il 23% del totale della spesa, 111,4 miliardi. Il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, in apertura della decima conferenza nazionale GIMBE, ha spiegato quali sono i problemi principali.
Di questi 25 miliardi “il 30%, circa 7,69 mld – spiega – viene assorbito dal sovra utilizzo di interventi sanitari inefficaci, inappropriati o dai costi elevati rispetto ai benefici reali.”.
A questi si aggiungono “5-6 mld di euro (20%) erosi da frodi e abusi – prosegue Cartabellotta – comportamenti che minano la credibilità del Ssn e contro cui servono azioni concrete”. Poco più di 4 mld vengono sprecati “nell’acquisto di tecnologie sanitarie, farmaci e strumenti medici e di beni e servizi non sanitarie, come mense e lavanderie, a costi eccessivi, non standardizzati da un capo all’altro della Penisola”. Ma c’è anche un “sottoutilizzo delle prestazioni – evidenzia l’esperto – che brucia 3,08 mld (12%) per l’aggravamento delle condizioni dei pazienti, ricoveri e altri interventi evitabili se si fosse agito meglio prima”.
“Burocrazia, ipertrofia del comparto amministrativo e la scarsa diffusione delle tecnologie assorbono circa 3 mld (12%).”.
Infine, “l’inadeguato coordinamento dell’assistenza, fra ospedale e territorio, ma anche all’interno di uno stesso ospedale – afferma Cartabellotta – pesa per 2,56 miliardi di euro (10%)”.
Una rivelazione sconvolgente. E il Ministero della Salute cosa ci sta a fare?